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Famiglia ebrea aggredita in autogrill, indagini in corso: le ipotesi di reato al vaglio

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Aggredito davanti al figlio di sei anni per via della kippah: la Procura apre un’indagine, la Digos esamina video e testimonianze.

Un nuovo episodio di violenza scuote il Paese e riaccende i riflettori sull’odio antisemita. Una famiglia ebrea è stata aggredita mentre si trovava in sosta presso un autogrill, in un attacco che — secondo le prime testimonianze — avrebbe avuto chiari connotati discriminatori. La Procura ha aperto un’indagine per chiarire la dinamica dei fatti e individuare eventuali responsabilità penali.

Famiglia ebrea aggredita in autogrill, indagini in corso

L’episodio è avvenuto nell’area di servizio Villoresi Ovest, sull’autostrada Milano-Laghi. Una famiglia ebrea di nazionalità francese è stata oggetto di insulti e aggressioni verbali da parte di alcune persone presenti, che avrebbero urlato slogan come “Free Palestine”, “Assassini” e “Genocidio”.

“Rientravo in città dopo una gita al lago Maggiore con il mio bimbo di 6 anni. Dovevo fermarmi perché in quel momento mio figlio aveva bisogno di andare in bagno: con lui sono andato in autogrill. È un ragazzo alla cassa che ha acceso la miccia. Gli ho risposto a gesti, dal momento che non parlo italiano, e gli ho fatto capire che doveva smetterla. Nel frattempo ho cominciato a filmare un video con il mio telefonino“, racconta il protagonista, Elie, al Corriere della Sera.

L’uomo, 52 anni, ha dichiarato di essere stato colpito fisicamente dopo essere caduto a terra, mentre cercava di proteggere il figlio di sei anni. A scatenare l’ostilità sarebbe stato il fatto che indossava la kippah. L’aggressione, ripresa parzialmente in un video diffuso dallo stesso padre sui social, è ora al vaglio della Digos, che ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza e sta raccogliendo le testimonianze dei presenti.

Famiglia ebrea aggredita all’autogrill, la Procura apre un’indagine: le ipotesi di reato

Il fascicolo, al momento contro ignoti, è stato aperto dalla Procura di Milano con l’ipotesi di percosse aggravate dall’odio razziale.

 “Sono sceso al piano interrato dove si trovano i bagni. All’uscita la sorpresa: mi sono trovato davanti una decina di persone, hanno cominciato a chiedermi di cancellare il video. Mi sono rifiutato, e a quel punto tre di loro hanno cominciato a spintonarmi insistendo perché il video fosse cancellato. Sono finito a terra e ne hanno approfittato come animali prendendomi a calci nella pancia. Poi uno mi ha tirato su e voleva colpirmi al volto, ma sono riuscito a impedirglielo. Ho cominciato a gridare ‘Police, police, police’ e solo a quel punto si sono fermati”, ha concluso la vittima.