Al di là delle polemiche sul Festival di Sanremo e sugli abitanti di Via Asiago, sede romana di Radio Rai, che sarebbero stufi del frastuono, le quali situazioni contribuiscono al successo mediatico e social del programma, Viva Radio2 è un Drive In 2.0, meno articolato, più semplice, moderno, dove le due spalle di Fiorello ridono ad ogni sua battuta come da copione, il contorno del pubblico è ben studiato e non mancano le esibizioni mirate e di qualità.
Un format nelle corde di uno showman come Fiorello che, avendo fatto di tutto in radio e televisione, non ha più voglia di rischiare in un piccolo schermo sempre meno prestigioso e più affollato; l’ex ragazzo col codino è riuscito ancora una volta a convincere i dirigenti Rai, il pubblico e i social; gli ascolti sono sotto gli occhi di tutti: Viva Radio2 su Rai2 ha una media del 17% di share e dell’8% in seconda serata su Rai1.
Gradimento che cementifica il forte legame che Fiorello ha con il pubblico, il quale lo valuta rassicurante, familiare, adatto ad intrattenere bambini perché non una parolaccia è uscita dallo show e gli anziani poiché il pubblico Rai è soprattutto quello.
Il breve show mattutino ha visto avvicendarsi tanti artisti ma soprattutto gli amici storici di Fiorello, da Alessia Marcuzzi a Cristina D’avena (sfruttata anche in una mini fiction. A quanto un programma insieme? La grande Italia1 che rivivrebbe), da Bruno Vespa ad Antonello Venditti.
Tutti fanno a gara per andare da Fiorello e sfruttare l’onda di questo straordinario successo, nonché un esperimento unico nel suo genere. Di tutto questo, probabilmente, il più grande riconoscimento va a Roberto Sergio, ex responsabile della radiofonia, ora amministratore delegato di Viale Mazzini. Pochi hanno la libertà che è concessa a Fiorello e in questo bisogna scrivere “grazie” alla Rai di aver sempre creduto nelle capacità autorali, creative, radiofoniche e televisive di un talento unico al mondo.
Nonostante l’alzataccia, il conduttore appare ogni mattina brillante, sorridente, a capo di una quadra lavorativa difficile da domare, si permette di scherzare sui potenti senza mai spingere troppo, lancia stilettate ad artisti e dirigenti Rai che fanno non poco riflettere; del momento delicato che sta affrontando la Rai, giustamente, se ne infischia. La satira è satira e Fiorello ne approfitta, fregandosene di un imperante e stupido politicamente corretto. Il pubblico lo ha visto arrivare e trionfare, e menomale.