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Francia, direttore parco divertimenti in arresto: la decisione contro 150 israeliani

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Anche il Governo francese è intervenuto in merito alla vicenda avvenuta a Porté-Puymorens con dichiarazioni forti

Un gesto drastico contro 150 persone di nazionalità israeliana intenzionate ad entrare nel parco divertimenti da lui guidato. É quello compiuto dal direttore della struttura di Porté-Puymorens, nella regione dei Pirenei Orientali in Francia, finito in manette proprio per aver preso una decisione che ha scatenato anche la reazione del Governo francese.

L’arresto è avvenuto per il reato di “discriminazione basata sulla religione”. Ecco che cosa ha fatto.

Arrestato direttore parco divertimenti in Francia: il gesto contro 150 israeliani

“Questo non è il nostro concetto di Repubblica”, ha dichiarato all’emittente Bfmtv il ministro degli Interni francese Bruno Retailleau definendo “grave” il gesto compiuto dal direttore di un parco divertimenti, finito in manette per “discriminazione basata sulla religione, sulla razza, sull’origine o sulla nazionalità nell’ambito dell’offerta o della fornitura di beni o servizi”. L’uomo si è giustificato citando le condizioni meteo ma secondo le autorità avrebbe deliberatamente preso una decisione contro un gruppo di 150 giovani israeliani di età compresa tra gli 8 ed i 16 anni.

Sul caso la procura di Perpignan ha aperto un’inchiesta: al momento non vi sono sviluppi ed è stato riferito solo che l’uomo non è noto alle autorità. Stando alla ricostruzione dei fatti il gruppo si trovava in vacanza ed era stata effettuata “diverso tempo fa” e presso un tour operator spagnolo di Barcellona una prenotazione per accedere al parco divertimenti Tyrovol. Il giorno della visita avrebbero ricevuto comunicazione della revoca dell’ingresso.

Arresto direttore parco divertimenti: la nota della Procura

In un messaggio pubblicato sulle pagine social del parco si legge: “A seguito della forte tempesta di ieri, dovremo chiudere il parco domani, giovedì 21 agosto, per effettuare un’ispezione completa delle nostre strutture”. Ma stando a quanto riferito dalla Procura il direttore avrebbe espresso a diverse persone le “convinzioni personali” che lo hanno portato a negare la visita al gruppo israeliano e ha invitato i suoi dipendenti a far valere il diritto di recesso, “prima di esprimere altre giustificazioni”.

La Procura ha aggiunto: “Il gruppo di 150 turisti israeliani ha cambiato programma, il che ha probabilmente impedito che la situazione degenerasse, e si è spostato su tre autobus verso un altro luogo in Francia, dove la sicurezza era garantita dalla gendarmeria, senza il minimo incidente”. L’uomo rischia una condanna con pena massima di tre anni di reclusione. Alla causa civile si unirà anche l’Osservatorio ebraico della Francia.