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Garlasco, i legali della famiglia Poggi: “Narrative romanzate, lontane dalla verità”

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Tra fughe di notizie e ricostruzioni romanzate, i legali famiglia Poggi intervengono per tutelare onore e dignità, chiedendo rispetto verso Chiara e chi le è sopravvissuto.

La famiglia Poggi, dopo anni di silenzio, è tornata a parlare. O meglio: a difendersi. Perché da qualche tempo, l’attenzione mediatica sul delitto di Garlasco sembra aver superato ogni limite.

I legali della famiglia Poggi: “Basta diffamazioni, anche Chiara è nel mirino”

Non è solo una questione di memoria. È una questione di rispetto.

Ed è proprio questo che i legali della famiglia Poggi — Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna — hanno provato a ricordare. Con voce ferma. Con parole amare. In una nota diffusa dopo l’ultima puntata di una nota trasmissione televisiva, i due avvocati denunciano una deriva inquietante: “Una campagna diffamatoria, insistente, che ha coinvolto anche Chiara. Che non può più difendersi”.

Il riferimento è a una presunta relazione sentimentale della ragazza con un uomo adulto. Una voce tirata fuori da una testimonianza vecchia, di una persona ormai deceduta. Già smentita in passato. Eppure. Ancora lì. Ancora rilanciata. I genitori Giuseppe e Rita, insieme a Marco, il fratello di Chiara, si sono ritrovati in mezzo a un polverone mediatico che li travolge da settimane.

Legali della famiglia Poggi: “Pronti a reagire, Chiara va protetta”

Intanto la Procura di Pavia ha riaperto le indagini. Di nuovo sotto i riflettori c’è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Già indagato in passato. Non condannato. Ma intanto la macchina del sospetto è ripartita. E con lei le ricostruzioni, le voci.

I legali della famiglia Poggi sono chiari: c’è una sovrapposizione pericolosa tra indagini e narrazione pubblica. “Fughe di notizie, vere o presunte. Versioni fantasiose. E insinuazioni che violano ogni rispetto umano”. Questo, scrivono, sta succedendo.

Non resta che aspettare. O forse no. Perché Tizzoni e Compagna avvertono: “La famiglia agirà. Valuterà tutte le vie legali per difendere la memoria e l’onore di Chiara”. Perché una ragazza uccisa a 26 anni non dovrebbe essere trattata come un personaggio da fiction. Mai più.