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Garlasco, Lovati sentito in Procura a Brescia conferma: “15mila euro in nero dai Sempio”

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Caso Garlasco: Lovati conferma di aver ricevuto 15mila euro in nero dalla famiglia Sempio durante l’audizione della pm di Brescia.

L’inchiesta sulla presunta corruzione legata al caso Garlasco torna al centro dell’attenzione con l’audizione dell’avvocato Massimo Lovati, ascoltato dalla pm di Brescia Claudia Moregola. Al centro del fascicolo, pagamenti in nero ricevuti dalla famiglia Sempio e il ruolo degli ex legali, in un contesto che coinvolge anche l’ex procuratore aggiunto di Pavia e nuovi sviluppi sull’indagine per omicidio in concorso.

Caso Garlasco, indagati per corruzione e contesto dell’inchiesta

Nel fascicolo bresciano risultano indagati per il reato di corruzione l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, e Giuseppe Sempio, padre di Andrea. Secondo gli inquirenti, Venditti sarebbe stato il destinatario della presunta corruzione, mentre Giuseppe Sempio il corruttore.

La vicenda trae origine dalla richiesta di archiviazione per Andrea Sempio, poi confermata da un giudice nel 2017, che oggi è nuovamente indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi.

Lovati, come dichiarato da lui stesso anche nelle interviste, ha ribadito che non ha mai sollecitato denaro e che il suo ruolo si limitava a riscuotere le somme richieste da Soldani:

Io non ho mai chiesto soldi, andavo a prendere i soldi che chiedeva Soldani. Dove sono finiti i soldi dei Sempio? Ma che ne so! Non lo so. Io so quello che hanno dato a me”.

L’avvocato, atteso all’esterno del tribunale dal suo legale Fabrizio Gallo, ha chiarito che la sua posizione rimane ferma e che crede che l’inchiesta possa concludersi senza strascichi significativi.

Garlasco, Lovati ascoltato in Procura a Brescia: “15mila euro in nero dai Sempio”

L’avvocato Massimo Lovati è stato ascoltato per circa quattro ore dalla pm di Brescia, Claudia Moregola, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione legata al caso di Garlasco. Sentito come “persona interessata”, Lovati ha confermato di aver ricevuto dalla famiglia Sempio pagamenti in nero pari a 15 mila euro per il suo incarico difensivo.

Come ha spiegato lui stesso ai microfoni di Mattino Cinque:

Tutto benissimo, sono stati gentilissimi. Mi hanno chiarito che ero sentito a sommare informazioni testimoniali quindi con l’obbligo di dire la verità. Ho risposto a tutte le domande e ho confermato i 15mila euro presi”.

L’avvocato avrebbe inoltre chiarito che le consulenze della difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, erano già accessibili a più persone nel dicembre 2016 e ampiamente riportate dai media. Lovati avrebbe anche fatto riferimento al lavoro condiviso con gli altri due legali di Andrea Sempio, Simone Grassi e Federico Soldani, sottolineando che essi avrebbero confermato la sua versione dei fatti, sebbene con alcune divergenze sul dettaglio della gestione dei contanti:

“Mi sembra di aver capito che anche gli altri due avvocati abbiano ammesso di aver ricevuto i contanti, ma hanno detto che ero io che facevo i conti, invece io ho detto che li facevano loro i conti, ha dichiarato all’esterno del Tribunale.

Nonostante l’inchiesta per corruzione in corso, Lovati ha espresso scetticismo sul suo esito: “Ho sempre detto che mi fa ridere.