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Il delitto di Garlasco: una foto riapre il caso e solleva nuovi dubbi

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Il delitto di Garlasco torna al centro dell’attenzione: foto, impronte e un profilo genetico sconosciuto sollevano dubbi sulla dinamica del crimine.

Il delitto di Garlasco continua a riservare sorprese e nuovi interrogativi, anche a più di quindici anni dai fatti. Un dettaglio emerso da una fotografia scattata sulla scena del crimine il 13 agosto 2007 ha riacceso i dubbi: una donna, apparentemente non autorizzata, presente nell’area che avrebbe dovuto essere sigillata, solleva domande cruciali sulla possibilità di prove inquinate.

Delitto di Garlasco, una foto riapre il caso e fa emergere nuovi dubbi

Negli ultimi mesi l’inchiesta sul delitto di Garlasco ha registrato numerosi colpi di scena, ognuno dei quali ha alimentato dibattiti accesi e interrogativi senza risposta. L’attenzione ora si concentra su un dettaglio in una fotografia scattata sulla scena del crimine il 13 agosto 2007 alle 15:07: un’immagine che potrebbe nuovamente rimescolare le carte.

Nella foto compare una figura, probabilmente una donna con una borsetta, che si muove con sorprendente tranquillità in un’area che avrebbe dovuto essere rigorosamente interdetta. Indossa una gonna o pantaloni in jeans, una maglietta bianca a righe scure e porta uno zainetto marrone.

L’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, nella puntata di ieri di Ore14 Sera ha dichiarato:

Dove sono le impronte di questa donna? Possibile che non sia stato trovato nulla? Posso avere una risposta da parte delle istituzioni presenti?”.

Garlasco, c’è il rischio che le prove siano state inquinate

I dettagli della vicenda emergono durante la puntata di Ore 14 Sera del 20 novembre, quando si è discusso del percorso degli inquirenti dopo la segnalazione di Stasi: i primi a entrare in casa Poggi furono alcuni operatori alle 14:05, seguiti dai carabinieri del comparto tecnico e dalla pm Rosa Muscio. Tuttavia, la fotografia sembra contraddire questa ricostruzione. L’ex maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto ricorda che la villetta era molto popolata al suo arrivo e sospetta la presenza di curiosi non autorizzati.

Un’altra immagine mostrerebbe un carabiniere in borghese, ma un’analisi attenta rivela discrepanze nei dettagli. De Rensis sottolinea la stranezza degli elementi mancanti:

Queste impronte dove sono? Stasi è in galera! I capelli? Eh. Le impronte sul pigiama? Eh. La signora senza impronte? Eh. Stasi è a Bollate!”.

Per ora, l’unica certezza è che il dubbio resta aperto e il caso continua a porre interrogativi inquietanti.