Gli adolescenti italiani si percepiscono come estranei alle decisioni, più spesso quando le decisioni vengono effettuate su una piattaforma politica. Da uno studio condotto su 72 rappresentanti delle consulenze studentesche è venuto fuori che solo il 18,3% si sente sufficientemente o considerevolmente incluso nelle decisioni adottate a livello istituzionale. D’altro lato, in un campione di 107 giovani tra i 14 e 17 anni coinvolti nel Terzo settore o in altre attività cittadine, la percentuale sale al 28,3%.
Questi dati sono contenuti in un rapporto di ricerca e proposta presentato stamattina a Roma da Carla Garlatti, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Il rapporto, intitolato “Ragazze, ragazzi e adulti nei processi partecipativi. Pratiche e strategie” – Proposta di studio e report, contiene una serie di suggerimenti, il primo dei quali è indirizzato diretto alla politica. “Sarebbe necessario implementare nella normativa – dichiara Garlatti – una legge che richieda la consultazione dei minori come step essenziale per l’approvazione di atti legislativi e regolamenti che li riguardano direttamente o indirettamente. A coloro che non sono maggiorenni dovrebbe essere attribuito un ruolo propositivo e attivo nel processo di decisione”. L’Autorità esorta i ministeri con responsabilità su infanzia e adolescenza e le regioni a promuovere opportunità adeguate per informare, coinvolgere, ascoltare e consultare. “Abbiamo notato – aggiunge – l’esistenza di buone pratiche in questo ambito nel nostro Paese. È fondamentale che tali pratiche siano valorizzate e adottate come modello per costituire un ‘sistema’ che permetta agli adolescenti di percepirsi come elementi attivi in vari contesti: dalla scuola allo sport, dalle associazioni alla famiglia”.
È stato consigliato alle famiglie di dare spazio e importanza alla voce e ai pareri dei loro figli minorenni in ogni decisione che li concerne. Questa mattina, la Garante ha anche lanciato una ‘guida per incentivare l’engagement di ragazze e ragazzi. Un prontuario per non perdersi’. Si tratta di un libro di 39 pagine, destinato ai minorenni. Come ha spiegato la Garante, l’obiettivo, è fornire una sorta di vademecum, di facile lettura, che possa aiutare a creare le condizioni per rendere più facile per i bambini e gli adolescenti trovare il proprio angolo di partecipazione e diventare gli eroi della loro storia di vita.