Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato un allerta rossa riguardo alla drammatica situazione nei centri di distribuzione di aiuti a Gaza. Nel loro ultimo rapporto, l’organizzazione denuncia un preoccupante aumento delle violenze e delle uccisioni tra i civili. Più di 1.300 persone sono state curate per ferite da arma da fuoco in prossimità di questi centri, che oramai rappresentano il caos e la violenza.
È un appello urgente alla comunità internazionale: fermare ciò che viene descritto come “omicidi orchestrati” in un contesto di crisi umanitaria.
Le denunce di MSF
Il rapporto, intitolato “Questo non è aiuto. Questo è omicidio orchestrato”, esorta alla chiusura immediata dei centri di distribuzione GHF. MSF descrive queste misure come “fame istituzionalizzata e disumanizzazione”. Le cliniche di MSF a Rafah, nel sud di Gaza, sono state sommerse da un afflusso di pazienti feriti da quando sono stati attivati questi centri a maggio. Ti immagini di dover affrontare una situazione così disperata per un semplice pacco di aiuti?
Il rapporto mette in luce che le strutture di distribuzione sono diventate luoghi di spintoni, ondate di folla, saccheggi violenti e misure letali di ‘controllo della folla’. MSF sottolinea che le attuali condizioni superano qualsiasi standard riconosciuto per distribuzioni umanitarie sicure e dignitose. In effetti, affermano che “in nessun altro luogo dove MSF opera, comprese le zone di conflitto più instabili, tale livello di violenza sarebbe tollerato”.
I dati sui feriti
Durante i due mesi di giugno e luglio, MSF ha fornito assistenza a 1.380 persone ferite e ha ricevuto 28 corpi senza vita nelle sue cliniche primarie in Gaza, situate nelle aree di al-Attar e al-Mawasi. Tra i pazienti, 174 presentavano ferite da arma da fuoco, tra cui donne e bambini, ma la maggior parte erano giovani uomini e adolescenti. È allarmante notare che un numero significativo di pazienti provenienti dai centri GHF di Khan Younis ha mostrato ferite da proiettile alle estremità inferiori, suggerendo un targeting intenzionale piuttosto che un fuoco accidentale o indiscriminato.
Molti feriti hanno subito anche lesioni da misure di controllo della folla, come spray al peperoncino e violenza fisica. Le testimonianze raccolte dal personale di MSF rivelano che i pazienti arrivano spesso coperti di sabbia e polvere, segno del tempo trascorso a cercare riparo dai proiettili mentre giacciono a terra. Ti sei mai chiesto cosa significhi dover affrontare tutto ciò solo per ricevere un aiuto?
Un appello urgente alla comunità internazionale
“Le persone vengono colpite come animali”, ha dichiarato un coordinatore di MSF. “Non sono armati. Sono civili che portano sacchetti di plastica, sperando di tornare a casa con un po’ di farina o pasta. E la mia domanda è: quanto devono pagare per un sacchetto di cibo?”. Questo grido d’allarme evidenzia la gravità della situazione a Gaza, dove l’accesso all’aiuto umanitario è diventato un percorso rischioso e, in molti casi, letale.
L’agenzia di soccorso invita tutti gli attori coinvolti a rivedere le loro politiche e pratiche, affinché si possa garantire una distribuzione di aiuti realmente sicura e rispettosa della dignità umana. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tali ingiustizie. È tempo di agire.