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Gaza sotto assedio: emergenza umanitaria e attacchi ai soccorritori

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La situazione a Gaza si aggrava, con morti per fame e attacchi contro i soccorritori, mentre la comunità internazionale chiede un intervento immediato.

La crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli allarmanti. In queste ultime ore, ci giungono notizie tragiche: un bambino palestinese di sei anni e un uomo di trent’anni sono morti per malnutrizione. Questi decessi sono avvenuti mentre i bombardamenti israeliani continuano a colpire un territorio già assediato. La morte di Wissam Abu Mohsen e di Jamal Fadi al-Najjar è solo l’ultima di una serie di tragedie legate alla fame, con il totale delle vittime da malnutrizione che è salito a ben 227, di cui oltre 100 bambini, secondo il Ministero della Salute di Gaza.

È inaccettabile, non credi?

Attacchi contro i soccorritori e la popolazione

AGGIORNAMENTO ORE 14:00: Almeno 67 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di martedì, mentre le forze israeliane hanno colpito più aree, inclusa al-Mawasi, designata come “zona sicura”. Secondo i testimoni, una famiglia di cinque persone è stata uccisa nella loro sistemazione improvvisata. Gli attacchi a Gaza City hanno mirato a residenze, tra cui quella della famiglia al-Nadeem, con un giovane salvato ma molti altri bloccati sotto le macerie. La situazione è insostenibile e le immagini che ci giungono sono strazianti.

I soccorritori non sono stati risparmiati: un membro della Protezione Civile, Abdul Rahman Maher Abu Latifa, è stato ucciso in un attacco israeliano. Questo porta il numero totale di soccorritori morti a 137 dall’inizio del conflitto. Altri attacchi hanno colpito le famiglie al-Hasari e al-Salmi, con diverse persone ancora intrappolate sotto le macerie. Ci si chiede: fino a quando questa violenza dovrà continuare?

Richieste della comunità internazionale

La situazione è tale che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un appello affinché Israele permetta l’ingresso di forniture mediche a Gaza. Rik Peeperkorn, rappresentante dell’OMS, ha dichiarato: “Desideriamo accumulare forniture, ma non sta accadendo o avviene a un ritmo troppo lento”. La comunità mondiale sta seguendo con apprensione.

Separatamente, un gruppo di paesi tra cui Regno Unito, Canada e Australia ha denunciato la crisi umanitaria come “livelli inimmaginabili”. I ministri degli esteri di queste nazioni hanno esortato il governo israeliano a consentire tutte le spedizioni di aiuti delle ONG internazionali e a rimuovere i blocchi per gli operatori umanitari. È chiaro che l’umanità deve prevalere su ogni altra considerazione.

Obbligo di responsabilità della comunità internazionale

In un contesto di crescente violenza, la comunità internazionale è accusata di inattività. Il Ministero degli Esteri palestinese ha invitato le potenze globali a rispettare le loro obbligazioni morali, legali e politiche. Nonostante il consenso globale sulla necessità di attuare il diritto internazionale umanitario, la situazione a Gaza continua a deteriorarsi. La guerra ha già portato alla morte di oltre 61.599 palestinesi e ha ferito 154.088 persone dal 7 ottobre 2023. Ma cosa dobbiamo aspettarci ancora prima che il mondo si muova?

In conclusione, la crisi a Gaza non mostra segni di miglioramento. La comunità internazionale deve agire rapidamente per fermare questa emergenza umanitaria. È tempo che la solidarietà si traduca in azioni concrete e tempestive.