Giovanni Allevi racconta la malattia agli studenti: "È stato un viaggio all’inferno"

Giovanni Allevi ha raccontato la sua personale battaglia contro il mieloma multiplo agli studenti delle superiori al forum di Assago

In occasione di Happiness on tour -Storie di felicità, l’evento gratuito organizzato dalla Fondazione Felicità, Giovanni Allevi ha raccontato la sua battaglia contro la malattia a seimila studenti lombardi.

Il racconto di Giovanni Allevi agli studenti

Nella Giornata Mondiale della Felicità, Giovanni Allevi si è raccontato dinanzi agli studenti delle superiori:

«La mia vita era concerti in giro per il mondo, conferenze stampa, incontri, fino a due anni fa quando è arrivata una brutta malattia e tutto è cambiato».

La forza di reagire di Giovanni Allevi confessata agli studenti

«Dopo la diagnosi, mi sono trovato catapultato in un incubo. Ho sperimentato la paura, la rabbia, lo sconforto. Ho dovuto affrontare dolori fisici lancinanti e la stanchezza che mi impediva di fare anche le cose più semplici. Mi sono ritrovato calvo, imbottito di psicofarmaci per mesi e mesi, debolissimo, senza appetito, dimagrito, pesavo 63 chili. Ho capito che bastava che decidessi di lasciarmi andare e mi sarei spento. Cosa mi ha dato la forza di rimanere attaccato alla vita? Intanto non voler dare un dolore ai miei familiari. E poi la cultura. Ho scoperto che la fragilità umana è una costante nella storia dell’umanità e mi sono sentito meno solo».

Inoltre, Giovanni Allevi ha trovato la forza nella musica:

«Anche quando non riuscivo a muovermi, suonavo il pianoforte con la mente. La musica mi ha dato la forza di andare avanti, di non arrendermi. L’amore è la medicina più potente che esista. Mi ha dato la forza di affrontare le cure e di non perdere la speranza».

Il pensiero di Giovanni Allevi sulle staminali

«Un giorno mi dicono che devo fare una decina di punture sulla pancia. E io penso che non ne ho voglia, che è difficile con la neuropatia e il dolore alle mani. Una mattina un giovane dottore entra nella stanza e resta sulla porta, non indossa la tuta, né i plantari, e mi dice ‘maestro, hai 13 globuli bianchi’. Io che ho senso dell’umorismo gli dico ‘dottore non sono un po’ pochini’? Ma lui sorride e se ne va. Le cellule staminali avevano prodotto un nuovo midollo osseo che stava iniziando a produrre nuovi globuli bianchi. Non è che ne avessi 13 e basta, in realtà si trattava di 13 globuli bianchi per millimetro cubo. In quel momento sono stato investito da una felicità allo stato puro. Non una sensazione effimera, ma un camion di felicità mi à venuto addosso, un treno, un grattacielo».