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Gioventù del Madagascar in Rivolta: Proteste contro il Governo di Rajoelina

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Le manifestazioni contro il governo di Rajoelina stanno guadagnando slancio in Madagascar, con l'adesione dei soldati ai manifestanti.

Recentemente, Antananarivo, la capitale del Madagascar, è diventata il palcoscenico di massicce manifestazioni giovanili contro l’amministrazione del presidente Andry Rajoelina. Le proteste, avviate il 25 settembre, si sono intensificate e per la prima volta i giovani manifestanti hanno fatto ingresso nella storica Piazza del 13 maggio.

Questo spazio pubblico, simbolo di eventi politici chiave nel passato, ha visto una grande mobilitazione popolare, ispirata da iniziative simili in Kenya e Nepal.

La manifestazione di sabato ha registrato l’afflusso di migliaia di persone, mentre la tensione con le forze dell’ordine è aumentata quando la polizia ha tentato di disperdere i presenti con granate stordenti e lacrimogeni.

La risposta delle forze armate

In un episodio sorprendente, alcuni membri dell’esercito malgascio hanno disobbedito agli ordini superiori, unendosi ai manifestanti. Soldati dell’unità d’élite CAPSAT, che anni fa avevano sostenuto Rajoelina nella sua ascesa al potere, hanno registrato un appello video, esortando i colleghi a non aprire il fuoco sui civili. Hanno chiesto di chiudere i cancelli delle basi militari e di rimanere in attesa di ulteriori istruzioni.

Unione tra civili e militari

Questa chiamata all’unità ha suscitato un’accoglienza calorosa da parte dei manifestanti, che hanno visto i soldati come alleati nella loro lotta per il cambiamento. Le immagini di alcuni soldati che accompagnano i manifestanti nella piazza hanno fatto il giro dei social media, aumentando la speranza di molti per un futuro migliore.

Le conseguenze delle manifestazioni

Le proteste giovanili sono nate principalmente in risposta a carenze di energia e acqua, ma si sono rapidamente evolute in una campagna contro il governo. Le autorità hanno reagito con forza, utilizzando proiettili di gomma e veicoli blindati per disperdere i gruppi di protesta. Gli incidenti di violenza da parte delle forze di sicurezza sono stati ampiamente documentati, con video che mostrano manifestanti picchiati e lasciati a terra.

La situazione ha attirato l’attenzione internazionale, con le Nazioni Unite che hanno esortato il governo a rispettare il diritto di riunione pacifica e astenersi dall’uso eccessivo della forza. Nonostante il bilancio delle vittime vari, si stima che almeno 22 persone abbiano perso la vita, mentre Rajoelina ha dichiarato che solo 12 di esse erano predoni o vandali.

Le reazioni del governo

Il presidente Rajoelina inizialmente ha adottato un atteggiamento conciliatorio, sciogliendo il governo e cercando di instaurare un dialogo. Tuttavia, ha rapidamente cambiato rotta, nominando un nuovo primo ministro, Ruphin Fortunat Zafisambo, e riempiendo il suo gabinetto con membri delle forze armate e della polizia. Questo approccio ha sollevato ulteriori preoccupazioni circa la direzione futura del paese.

La storia del Madagascar è segnata da frequenti sollevazioni popolari e instabilità politica fin dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960. Il regime attuale, come quello del 2009, è nato da un colpo di stato che ha portato Rajoelina al potere. La sua rielezione nel 2018 e nel 2023 è stata caratterizzata da contestazioni e boicottaggi.