La guerra in Ucraina continua a generare tensioni diplomatiche e militari, mentre il presidente Volodymyr Zelensky naviga tra la necessità di rafforzare la difesa del paese e le complicazioni dei rapporti internazionali. Da un lato, l’Ucraina chiede urgentemente 25 sistemi missilistici Patriot agli Stati Uniti per fronteggiare i crescenti attacchi russi; dall’altro, Zelensky mette in dubbio la neutralità del primo ministro ungherese Viktor Orban, sollevando perplessità sul ruolo di Budapest come possibile sede di un vertice con Putin.
Difesa aerea e sostegno internazionale: la richiesta dei Patriot
Zelensky ha reso nota la necessità urgente di rafforzare le difese ucraine con 25 sistemi missilistici Patriot provenienti dagli Stati Uniti, necessari a contrastare l’aumento degli attacchi aerei russi. Il presidente ha spiegato che per acquisire i sistemi sarebbe possibile utilizzare i beni russi congelati in Occidente.
Durante i colloqui a Washington con Donald Trump e produttori di armi americani, Zelensky ha confermato la propria disponibilità a partecipare all’incontro a Budapest e ha sottolineato che il presidente Trump considera il “formato ungherese” potenzialmente utile, pur senza entrare nei dettagli del Donbass.
Inoltre, l’alto rappresentante della politica estera Kaja Kallas ha annunciato che la settimana corrente dovrebbe vedere l’approvazione del 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, ribadendo che la Russia “non vuole realmente la pace”. Il governo italiano ha sottolineato che l’incontro a Budapest è rilevante solo se mira alla pace, aggiungendo che “l’importante è che l’Ungheria stia dalla parte dell’Occidente e dell’Europa”.
Zelensky dubita di Orban e solleva timori sul vertice di Budapest
Volodymyr Zelensky ha espresso forti dubbi sulle capacità del primo ministro ungherese Viktor Orban come mediatore nei colloqui di pace. Secondo Zelensky, gli interessi elettorali di Budapest sarebbero alla base della proposta di ospitare a Budapest un incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin.
Il presidente ucraino ha sottolineato che la priorità è la pace in Ucraina e non le elezioni in Ungheria, affermando che un primo ministro che ostacola costantemente l’Ucraina difficilmente potrebbe agire in modo equilibrato a favore dei cittadini ucraini. Zelensky ha ricordato l’esperienza negativa del memorandum di Budapest del 1994, che prevedeva garanzie di sicurezza in cambio della rinuncia alle armi nucleari, avvertendo che ripetere il formato potrebbe non essere positivo.
Pur critico nei confronti di Orban, il presidente ha ribadito la propria disponibilità a partecipare all’incontro trilaterale a Budapest, se invitato, spiegando che il vertice potrebbe svolgersi in un “formato in cui ci incontriamo a tre” o attraverso la cosiddetta diplomazia itinerante.
Il capo di Stato ucraino ha anche ricordato che Orban nel tempo ha rilanciato teorie vicine al Cremlino, appellandosi a una presunta neutralità, e ha espresso cautela affinché eventuali incontri non ripetano gli errori del passato. In merito alla diplomazia occidentale, Zelensky ha sottolineato l’importanza di continuare a fare pressione sulla Russia e ha menzionato il dialogo con il presidente francese Emmanuel Macron, definendo il momento “giusto per spingere la situazione verso la fine della guerra”.