La guerra in Ucraina entra in una fase cruciale tra pressioni internazionali e rischi sul campo. Mentre gli Stati Uniti spingono per l’approvazione di un piano di pace controverso, il presidente Volodymyr Zelensky ribadisce che Kiev accetterà solo soluzioni “dignitose”. Sullo sfondo, Vladimir Putin sostiene che il piano di Donald Trump “può servire come base per porre fine al conflitto”, minacciando però ulteriori avanzamenti se l’Ucraina rifiuterà la proposta.
Guerra in Ucraina e piano di pace Usa: Zelensky tra pressione internazionale e dignità nazionale
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto alla nazione in un momento di grande tensione, descrivendo la situazione come “difficile” e paragonandola a un vero e proprio bivio: da una parte, il rischio di allontanare un alleato cruciale come gli Stati Uniti; dall’altra, la necessità di salvaguardare la “dignità” del Paese.
Il messaggio del leader ucraino riflette le pressioni di Washington affinché Kiev approvi il piano di pace americano, che secondo il Financial Times dovrebbe essere firmato “prima del Ringraziamento”. La proposta prevede la cessione delle regioni di Luhansk e Donetsk alla Russia, con linee di controllo in Kherson e Zaporizhzhia in gran parte congelate, mentre Kiev riceverebbe garanzie di sicurezza statunitensi contro future aggressioni.
Pur confermando i colloqui con la delegazione statunitense, Zelensky ha sottolineato che l’Ucraina accetterà solo una pace “dignitosa” e rispettosa della sovranità nazionale, dichiarando: “Presenterò alternative, non tradirò il Paese”.
Sul fronte militare, la guerra continua a complicare lo scenario: un attacco russo a Zaporizhzhia ha provocato cinque morti e tre feriti, mentre Mosca rivendica la presa di Kupyansk, nel Kharkiv, evidenziando le difficoltà ucraine sul terreno. Rivolgendo uno sguardo al passato, Zelensky ha ricordato: “Non abbiamo tradito allora e non lo faremo ora“, ribadendo che Kiev non accetterà compromessi che equivalgano a una resa.
Guerra in Ucraina e piano di pace Usa: l’annuncio di Zelensky alla nazione e la reazione di Putin
Sul piano diplomatico, la situazione appare altrettanto complessa. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che il piano di Donald Trump “può servire come base per porre fine al conflitto” e ha sottolineato che, se Kiev dovesse respingerlo, “quanto accaduto a Kupyansk si ripeterà inevitabilmente in altre importanti sezioni del fronte”. La Russia, secondo Putin, ritiene che la leadership ucraina non disponga di informazioni affidabili sulla realtà dei combattimenti o non sia in grado di valutarle obiettivamente.
Parallelamente, i leader occidentali hanno confermato il sostegno all’Ucraina: il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha scritto su X che “l’Ucraina può contare su di noi. Insieme a Emmanuel Macron e a Keir Starmer ho ribadito il nostro pieno sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky”, mentre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato che “nulla che riguardi l’Ucraina debba essere deciso senza l’Ucraina”.
Anche Donald Trump ha precisato di non avere intenzione di revocare le sanzioni alla Russia, pur sottolineando che l’Ucraina sta già “perdendo territori” e che il giorno del Ringraziamento, 27 novembre, rappresenta una scadenza chiave per accettare il suo piano di pace.
Zelensky, da parte sua, ha confermato la disponibilità di Kiev a considerare “ogni proposta realistica” e a mantenere un dialogo costante con Washington, lavorando “24 ore su 24, 7 giorni su 7” per cercare un percorso verso una pace duratura e rispettosa della sovranità ucraina.