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Guerra Russia-Ucraina, il retroscena sul cessate il fuoco: la richiesta di Putin

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Il vertice in Alaska avvia i difficili negoziati sul cessate il fuoco, mentre Mosca avanza richieste territoriali respinte dall'Ucraina.

La guerra in Ucraina continua a tenere il mondo con il fiato sospeso, ma dietro le trattative per un possibile cessate il fuoco si nascondono dinamiche complesse e richieste strategiche. Al centro del confronto c’è Vladimir Putin, il cui obiettivo non sembra essere solo la fine delle ostilità, ma il raggiungimento di condizioni ben precise in cambio della tregua.

Scopriamo insieme quali sono le vere intenzioni del presidente russo e quali concessioni potrebbero essere sul tavolo per fermare il conflitto.

Vertice Putin-Trump: il luogo scelto è l’Alaska

L’incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump è stato fissato per il 15 agosto in Alaska, dopo che il Cremlino ha declinato l’offerta di Roma, dove il governo italiano, con Meloni, si era reso disponibile ad ospitare il summit. La scelta dell’Alaska è stata confermata dal Cremlino come “abbastanza logica”, vista la vicinanza geografica tra Russia e Stati Uniti attraverso lo Stretto di Bering.

Il governatore dello Stato, Mike Dunleavy, ha accolto con entusiasmo l’appuntamento, sottolineando il ruolo storico dell’Alaska come ponte per la diplomazia e la sicurezza internazionale. Nel frattempo, funzionari di Stati Uniti, Ucraina e diversi Paesi europei si riuniranno nel Regno Unito per tentare di trovare una linea comune prima del vertice. Il Cremlino ha inoltre fatto sapere di aspettarsi che il prossimo incontro tra i due presidenti si svolga in Russia, segno di una strategia volta a consolidare la relazione bilaterale.

Guerra Ucraina, il retroscena su Putin: cosa vuole in cambio del cessate il fuoco

Secondo fonti europee e ucraine riportate dal Wall Street Journal, Putin avrebbe avanzato una proposta radicale all’amministrazione Trump per un cessate il fuoco in Ucraina. Tale piano prevederebbe significative concessioni territoriali da parte di Kiev, inclusa la cessione dell’intera regione del Donbass (Donetsk e Lugansk) e il riconoscimento della Crimea da parte della comunità internazionale. La sorte delle aree di Zaporizhzhia e Kherson rimane incerta.

L’offerta ha sollevato perplessità in Europa, in quanto chiederebbe all’Ucraina di rinunciare a vasti territori senza particolari impegni russi oltre la cessazione delle ostilità. Il presidente ucraino Zelensky ha ribadito che qualsiasi decisione che non coinvolga direttamente l’Ucraina è una minaccia alla pace autentica e ha escluso categoricamente la possibilità di cedere territori agli occupanti, citando la Costituzione nazionale.

 

“Gli ucraini difendono ciò che è loro…. Ovviamente, non daremo alla Russia nessuna ricompensa per quello che ha fatto…. La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell’Ucraina… Gli ucraini non regaleranno la loro terra all’occupante”, scrive su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Il presidente americano Trump, infine, ha lasciato intendere che uno scambio territoriale potrebbe rientrare nelle trattative, definendolo un processo complesso ma possibile per raggiungere un accordo.

“Ci stiamo pensando, ma in realtà stiamo cercando di recuperare qualcosa e di scambiare qualcosa. È complicato. Ma ne riavremo un po’. Ne scambieremo alcuni. Ci saranno alcuni scambi di territori per il miglioramento di entrambi”, ha sottolineato Trump.