Pensione di reversibilità: chi ne ha diritto e come ottenerla

La pensione di reversibilità è una misura previdenziale volta a sostenere economicamente chiunque abbia perso il coniuge.

La pensione di reversibilità è la quota della pensione che viene erogata ad uno dei due coniugi nel momento in cui l’altro decede.

Si tratta di una prestazione previdenziale, non assistenziale, per eguagliare le due parti nella coppia.

Pensione di reversibilità, a chi spetta

Questo beneficio può essere erogato al coniuge superstite nel momento in cui decede il partner. Questo tipo di sussidio spetta anche in caso di separazione o divorzio se questi era già precettore di un assegno di mantenimento. Sono inoltre beneficiari i figli (legittimi, adottivi, naturali, riconosciuti o nati da un precedente matrimonio) e i nipoti se non ci sono altri discendenti.

Qualora manchi il coniuge la pensione viene corrisposta ai figli o ai nipoti. Può essere erogata ai genitori (in mancanza di coniuge, figli e nipoti) d’età non inferiore ai 65 anni (non titolari di pensione) oppure a fratelli celibi, inabili, non titolari di pensione che erano a carico del lavoratore. I figli per godere del beneficio devono essere o minori di 18 anni, o avere tra i 18 e 21 anni se studenti non lavoratori a carico del genitore, non oltre i 26 anni se studenti universitari nel corso della loro carriera fino alla laurea.

La legge del 1939 ha introdotto in Italia questo diritto, con particolare attenzione alle donne che non avendo una propria pensione, alla morte del coniuge non avrebbero potuto altrimenti sopravvivere. La legge negli anni ha subito importanti modifiche, per evitare che matrimoni di comodo potessero divenire un mero modo di scambiare un beneficio economico.

Pensione di reversibilità, come ottenerla

Per essere beneficiari di questo importo bisogna presentare apposita domanda presso gli Uffici territoriali competenti dell’INPS o in alternativa dell’ente a cui la figura professionale appartiene o ancora tramite Patronato.

Bisogna presentare: certificato di morte, di matrimonio, dichiarazione di eventuali sentenze, dichiarazione dei redditi e modalità di pagamento prescelta. Nei casi particolari ovviamente è necessario presentare tutta la documentazione che attesti la condizione e quindi: copia della sentenza di separazione, certificato di frequenza scolastica per i figli, documentazione ‘a carico’ per le altre possibilità. Una volta accettata la domanda, la pensione di reversibilità viene riconosciuta dal mese successivo.

Limiti di reddito: informazioni utili

La pensione può essere erogata al coniuge con le dovute limitazioni, l’integrazione al trattamento minimo è pari a 513.01 euro mensili. Qualora si disponga di altri redditi il valore della pensione può variare e diminuire anche notevolmente. L’importo della pensione di reversibilità non ammonta alla cifra netta che veniva erogata alla persona deceduta, la liquidazione prevede piuttosto una percentuale che varia in base al legame familiare. Nello specifico viene erogato il 60% al coniuge, il 70% ad un figlio solo, 80% a coniuge con un figlio o a due figli, il 100% al coniuge con due figli o tre figli da soli, il 15% a tutti gli altri componenti individualmente, le somme sono poi da sommare in base al numero di eredi (quattro fratelli prenderanno il 60%, sette sorelle il 100%).

Pensione di reversibilità, quando cessa il diritto

Il diritto non è indeterminato, cessa nel momento in cui il coniuge contrae un nuovo matrimonio. Tuttavia gli spetteranno due annualità della quota di pensione una tantum e la tredicesima. Nel caso dei figli invece, per i minori questa cessa al compimento dei 18 anni, nel caso degli studenti universitari cessa al raggiungimento del percorso o a decorrere dai 26 anni, per i figli inabili in caso di modifica del loro stato.

I genitori invece beneficiano del sussidio fino alla percezione di una nuova pensione personale. Nel caso in cui il soggetto deceduto non abbia maturato i requisiti necessari dal punto di vista contributivo per la pensione, ai superstiti spetterà una cifra una tantum che viene stabilito secondo criteri di proporzionalità.

Nel complesso dunque è bene notare come ci siano tantissime casistiche differenti che richiedono un trattamento diverso e una documentazione individuale. La prima cosa da fare, nel momento in cui decede il coniuge o il genitore o il figlio ai fini del riscatto è consultare gli eredi.

Il coniuge non avrà problemi in quanto primo nella catena di successione.