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Il costo della giustizia: quanto pesa riaprire un’indagine?
La recente riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco, avvenuta quasi vent’anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, ha riacceso il dibattito sui costi reali di un’operazione giudiziaria di questo tipo. La denuncia per stalking presentata nel 2017 dal collegio difensivo di Alberto Stasi ha innescato un lungo processo burocratico che ha coinvolto la procura, il gip e la Corte di Cassazione, culminando nell’apertura di un nuovo fascicolo da parte della Procura di Pavia.
Ma quali sono i costi effettivi di una simile operazione?
Un’analisi dei costi operativi
Le spese per la riapertura di un’indagine possono facilmente superare i 500mila euro, arrivando in alcuni casi a oltre un milione. Questi costi includono straordinari per il personale, trasferte, attrezzature tecniche e consulenze specialistiche. Le consulenze genetiche, ad esempio, possono variare da 5mila a 50mila euro, mentre le perizie medico-legali e balistiche richiedono ulteriori risorse. La complessità dell’indagine e il numero di esperti coinvolti possono far lievitare ulteriormente il budget necessario.
Le implicazioni di una riapertura
Riaprire un’indagine implica anche l’accettazione dell’idea che l’inchiesta originale possa essere stata errata. Questo comporta un rischio sia giudiziario che economico, poiché si potrebbero sprecare risorse pubbliche in un processo destinato a fallire. La storia di altri casi noti, come quello di Serena Mollicone o di Yara Gambirasio, dimostra che le indagini complesse richiedono un impegno significativo di risorse e tempo, con costi che possono aumentare esponenzialmente.
Chi sostiene i costi?
La questione di chi debba sostenere i costi di una riapertura d’indagine è complessa. In alcuni casi, è lo Stato a coprire le spese, gravando sui contribuenti italiani. In altri, sono i familiari delle vittime o enti terzi a finanziare le prime fasi delle indagini. Inoltre, se la riapertura porta alla luce un errore giudiziario, si apre un ulteriore capitolo riguardante il risarcimento per ingiusta condanna, un aspetto che complica ulteriormente la situazione economica.
Le sfide del sistema giudiziario italiano
L’avvocato penalista Daniele Concavo sottolinea le difficoltà strutturali che affrontano i tribunali italiani, già sovraccarichi di lavoro. La mancanza di personale e le cancellerie sottodimensionate rendono difficile gestire anche le indagini più semplici. Concavo avverte che le indagini bis, come quella di Garlasco, comportano costi enormi e distolgono risorse da altri fascicoli. Tuttavia, riconosce anche che il codice di procedura penale consente la revisione del processo se emergono nuove prove, un diritto fondamentale per il cittadino.