Ma la moglie, Maria Lorenza R, ha chiesto al tribunale della Cassazione se una simile sentenza possa essere riconosciuta dopo due decenni di matrimonio.
E i giudici hanno in effetti affermato che non possono convalidare l’annullamento ecclesiale dei matrimoni concordatari nei quali la convivenza tra i coniugi si sia protratta per lunghi anni o, comunque, per un periodo di tempo considerevole.
Questo perchè una volta che il rapporto matrimoniale prosegue nel tempo è contrario ai principi di «ordine pubblico» rimetterlo in discussione adducendo riserve mentali, o vizi del consenso, verificatisi nel momento del sì all’altare.
Così il ricorso è stato «accolto» e «cassata» la sentenza con la quale la Corte di Appello di Venezia, l’11 giugno 2007, aveva convalidato la nullità del matrimonio di Maria Lorenza e Gianpaolo V. sancita dal Tribunale ecclesiastico regionale ligure nel novembre 1994, e dichiarata esecutiva dalla Segnatura Apostolica con decreto del marzo 2001.
Dando ragione al reclamo di Maria Lorenza, la Cassazione – sentenza 1343 – spiega, con riferimento «alle situazioni invalidanti l’atto del matrimonio», che «la successiva prolungata convivenza è considerata espressiva di una volontà di accettazione del rapporto che ne è seguito e con questa volontà è incompatibile il successivo esercizio della facoltà di rimetterlo in discussione, altrimenti riconosciuta dalla legge».
In pratica, dopo tanti anni, per mettere fine a un matrimonio, bisogna intraprendere la strada della separazione civile, senza cercare la scorciatoia della nullità, che mette al riparo dal dover pagare l’assegno di mantenimento alla ex ma viola i principi del nostro ordinamento.