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Il no dei riservisti israeliani: "Guerra moralmente sbagliata"

Milano, 3 set. (askanews) – A Tel Aviv, un gruppo di riservisti che si rifiutano di combattere per il governo israeliano, autodefinitisi “Soldati per gli Ostaggi”, ha tenuto un evento pubblico esortando i loro compagni e soldati in servizio attivo a non presentarsi.

“Una guerra deve avere uno scopo strategico, e questa guerra non ha alcuno scopo strategico se non quello di preservare la coalizione di Netanyahu – dice Dan Gavrieli, uno dei riservisti che si rifiuta di combattere – dobbiamo riportare gli ostaggi, la guerra deve finire e si spera che a Gaza possa nascere una leadership alternativa, una leadership palestinese”.

Natan Ruchansky motiva il suo rifiuto sottolineando che da soldato ha scelto di rischiare la vita per il proprio Paese, ma non solo: “Voglio anche dire che per noi è molto, molto importante fermare questa guerra, perché vediamo le uccisioni veramente insopportabili, la quantità insopportabile di uccisioni dall’altra parte. Crediamo che moralmente sia sbagliato, e crediamo anche che non contribuirà alla sicurezza”.