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Il voto dei genitori: una proposta per combattere l'inverno demografico in Italia

Genitori votano per combattere l'inverno demografico in Italia

Una proposta audace per dare più voce alle famiglie e affrontare la crisi demografica

Il contesto demografico italiano

L’Italia si trova ad affrontare una crisi demografica senza precedenti. Nel 2023, il numero di nascite ha raggiunto il minimo storico di circa 370.000, mentre le morti hanno superato le 600.000 unità. Questo squilibrio demografico rappresenta una minaccia per il futuro del Paese, con ripercussioni significative su economia, welfare e sostenibilità sociale. La proposta di Federico Boffa, professore di Economia Applicata alla Libera Università di Bolzano, si inserisce in questo contesto critico, cercando di dare una risposta innovativa e strutturale a un problema che sembra non avere soluzioni semplici.

Il Demeny Voting: un’idea audace

Il concetto di “Demeny Voting” propone un sistema in cui i genitori possano votare anche per i propri figli fino al compimento dei 18 anni. In pratica, una madre con tre figli avrebbe diritto a quattro voti, aumentando così il peso politico delle famiglie. Questa proposta, sebbene audace, mira a incentivare le politiche a favore della natalità e a garantire che le esigenze delle famiglie siano rappresentate in modo più efficace nelle decisioni politiche. Secondo Boffa, il principio di “una testa, un voto” potrebbe essere reinterpretato per includere i diritti di voto dei genitori, creando un legame diretto tra la demografia e la rappresentanza politica.

Le simulazioni e le prospettive future

Le simulazioni condotte dai ricercatori coinvolti nella proposta hanno mostrato risultati promettenti. Il Demeny Voting potrebbe effettivamente contribuire a spezzare il circolo vizioso della denatalità, portando benefici anche a chi non ha figli. Questo approccio potrebbe incentivare le coppie a investire nel futuro, aumentando la fiducia nelle istituzioni e nelle politiche pubbliche. Tuttavia, la proposta non è priva di critiche: potrebbe infatti suscitare resistenze tra coloro che non hanno figli o tra le generazioni più anziane. Nonostante ciò, Boffa sottolinea che, a lungo termine, anche queste categorie potrebbero trarre vantaggio da politiche più favorevoli alle famiglie.