Impianto di condizionamento industriale: quanto costa e quali elementi considerare?

Per permettere ai lavoratori un ambiente adeguato in cui svolgere la professione è quasi d’obbligo l’installazione di impianti di climatizzazione industriale che permettano di mantenere l’ambiente fresco in estate e mite in inverno.

Il comfort termico dei lavoratori all’interno di aziende, officine, capannoni e in generale luoghi di lavoro è fondamentale per garantire un’alta produttività e una maggiore sicurezza.

Questo aspetto prende il nome di “stress termico” ed è un argomento discusso anche da enti ufficiali come INAIL secondo cui: “le condizioni microclimatiche rappresentano certamente uno dei più importanti fattori ergonomici […] le condizioni di comfort termico influenzano la performance lavorativa”.

Per permettere ai lavoratori un ambiente adeguato in cui svolgere la professione è quasi d’obbligo l’installazione di impianti di climatizzazione industriale che permettano di mantenere l’ambiente fresco in estate e mite in inverno.

Questi impianti rappresentano un vero investimento per ogni azienda: i prezzi dei condizionatori industriali sono in genere abbastanza elevati e occorre scegliere con consapevolezza.

Inoltre, un buon impianto di climatizzazione industriale permette di mantenere l’umidità ottimale all’interno degli ambienti da lavoro riducendo il rischio di malfunzionamento dei macchinari.

Le 5 considerazioni da fare prima di acquistare un impianto di climatizzazione industriale

Prima di scegliere quale impianto di climatizzazione industriale scegliere è bene considerare alcuni importanti fattori come:

  1. la natura dell’edificio: occorre valutare l’isolamento termico dell’edificio che dovrà essere in grado di mantenere una temperatura costante evitando un’elevata dispersione termica. Tetti in lamiera, muri sottili in mattone oppure finestre con vetri semplici sono certamente dei cattivi isolanti. In casi come questi occorre installare un impianto di climatizzazione molto potente che consenta di mantenere una temperatura adeguata nonostante l’alta dispersione termica. In alcuni casi la scelta migliore ed economicamente più vantaggiosa consiste nell’apportare qualche miglioria alla struttura dell’edificio in modo da aumentare la sua efficienza termica e in seguito procedere con un impianto di condizionamento industriale meno potente che presenta costi di gestione ridotti;
  2. altezza del soffitto: è risaputo che l’aria calda tende a salire verso l’alto poiché possiede un peso specifico minore rispetto a quella fredda. Questa condizione naturale causa vere e proprie stratificazioni all’interno degli edifici più alti con conseguenti sbalzi di temperatura molto fastidiosi e certamente non salutari. Per evitare questo difetto l’impianto dovrà lavorare producendo una grande quantità di aria calda che vada a riempire questo scompenso e riscaldi la parte bassa della stanza, laddove quindi lavorano gli operai. Un’altra soluzione è scegliere un impianto di riscaldamento che spari l’aria direttamente verso il basso tramite apposite alette simili a quelle dei comuni condizionatori domestici;
  3. zone da scaldare e raffrescare: all’interno di capannoni, officine o ambienti di lavoro industriali ci saranno delle zone che occorre scaldare o rinfrescare maggiormente di altre. In quest’ottica è bene scegliere degli impianti che permettano un funzionamento diversificato in base alle aree di lavoro per evitare, tra l’altro, ingenti costi di gestione;
  4. tempo di lavoro dell’impianto: un impianto di climatizzazione industriale che lavora in maniera incessante rappresenta un costo fisso molto impattante per un’azienda senza contare l’enorme spreco di energia. Anche qui occorre scegliere impianti che possano essere programmati per funzionare a zone e che inoltre raggiungano la temperatura ideale in tempi brevi;
  5. i combustibili: molti impianti di raffrescamento e riscaldamento industriali utilizzano fonti energetiche non rinnovabili quali GPL, metano oppure gasolio. Il grande impatto ambientale negativo rappresentato da questi combustibili negli anni diventerà certamente un problema per via di vincoli e limitazioni relative al loro utilizzo. Una mossa intelligente dunque è quella di scegliere un impianto sostenibile già da ora in modo da evitare eventuali problematiche future.

Kita Air: un unico impianto per molteplici benefici

Nello scenario italiano è possibile incontrare un’azienda che ha brevettato un sistema davvero unico nel settore del condizionamento industriale: Kita Air.

Kita Air è un climatizzatore di ultima generazione che vanta davvero moltissimi benefici a breve e lungo termine:

  1. è ecologico: Kita Air è a tutti gli effetti una pompa di calore che non necessita di combustibili fossili per funzionare – niente GPL, metano o gasolio;
  2. garantisce ambienti salubri: queste pompe di calore non immettono nell’ambiente gas da combustione dagli odori sgradevoli perché sfruttano l’energia elettrica;
  3. è efficiente: Kita Air promette grande efficienza energetica con un risparmio fino al 45% rispetto a impianti similari a metano e fino al 70% rispetto al GPL;
  4. è versatile: è possibile rinfrescare o riscaldare con un impianto unico senza aggiunte né complesse manovre di commutazione da parte del personale tecnico;
  5. è economico: in presenza di impianti fotovoltaici Kita Air diventa un climatizzatore industriale davvero molto economico con costi ammortizzati in breve tempo.

Le pompe di calore Kita Air rappresentano un’ottima soluzione per rinfrescare e riscaldare l’ambiente di lavoro con un ritorno altissimo sull’investimento – garantito anche da numerosi incentivi fiscali.

Tutto senza dimenticare l’efficienza energetica con classe A+++.

Kita Air risulta versatile, facile da usare grazie al controllo k-touch funzionante anche da remoto e richiede una manutenzione davvero minima – basterà controllare che la macchina sia pulita una volta l’anno.

Nel panorama delle pompe di calore industriali Kita Air è un vero fiore all’occhiello Made in Italy: per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web aziendale.