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Nella notte del 20 settembre, un volo dell’Air Arabia, precisamente un Airbus A320, ha vissuto un momento di panico durante il decollo dall’aeroporto di Catania. Con un equipaggio composto da sei membri, l’aereo ha rischiato di schiantarsi in mare, toccando la superficie dell’acqua a soli 12 metri di altezza e a una velocità di 400 chilometri orari.
Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulle procedure operative adottate durante il volo.
Le dinamiche di un volo pericoloso
Un’indagine preliminare condotta dall’ANSV, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, ha rivelato che il problema principale è stato un disorientamento spaziale dei piloti. Questa condizione può compromettere gravemente la percezione dell’altitudine e dell’orizzonte, in particolare durante fasi critiche come il decollo e l’atterraggio. Gli esperti hanno osservato che i piloti non hanno inserito nel sistema i parametri di velocità necessari, una mancanza che ha contribuito alla perdita di quota.
Le conseguenze dell’errore
Il volo, identificato come Air Arabia Maroc 991, ha effettuato il decollo dalla pista 8 dell’aeroporto di Catania poco dopo le 23:56. Nonostante le condizioni meteorologiche favorevoli, la visibilità era compromessa dalla completa oscurità della notte e dal mare agitato, creando un contesto difficile per i piloti. La scarsa visibilità, insieme all’assenza di riferimenti visivi, ha aggravato il rischio di disorientamento, portando l’aereo a scendere a un’altezza pericolosa.
Le indagini e le misure di sicurezza
In seguito all’incidente, l’ANSV ha avviato un’indagine approfondita per ricostruire con precisione la sequenza degli eventi. La mancanza di registrazioni audio dalla scatola nera, sovrascritte accidentalmente, ha complicato ulteriormente la situazione. Tuttavia, i dati registrati dal Flight Data Recorder hanno fornito informazioni cruciali. È emerso che, dopo un iniziale decollo regolare, il pilota ha iniziato a impartire comandi che hanno portato a una brusca discesa, accelerando fino a superare i limiti di sicurezza.
Rischi e avvisi di sicurezza
Durante la caduta, sono stati attivati tre avvisi di sicurezza del sistema anticollisione, tra cui il sink rate e il pull up, che avrebbero dovuto allertare i piloti sulla gravità della situazione. Solo dopo diversi secondi è stato attivato l’autopilota, ma nel frattempo l’aereo ha continuato a scendere. Nel momento critico, i piloti hanno reagito con manovre di emergenza che hanno consentito di recuperare quota, evitando il peggio.
Il futuro del volo e le lezioni apprese
Nonostante l’incidente si sia concluso senza feriti e il volo sia poi proseguito verso Amman senza ulteriori problemi, la situazione ha messo in luce la necessità di rivedere le procedure operative della compagnia aerea e l’interfaccia uomo-macchina. Le indagini continueranno nei prossimi mesi e l’ANSV si prepara a pubblicare un rapporto dettagliato, in cui verranno esaminati i fattori che hanno contribuito a questo quasi incidente. La questione del disorientamento spaziale rimane centrale, richiedendo attenzione e formazione adeguata per gli equipaggi in futuro.