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Il contesto dell’incidente
Il porto di Genova è stato teatro di un tragico incidente lo scorso anno, che ha portato alla morte del portuale Giovanni Battista Macciò. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulle procedure operative all’interno del terminal Psa di Prà. Le indagini, condotte dalla pm Arianna Ciavattini, mirano a ricostruire la dinamica dell’incidente e a valutare eventuali responsabilità.
Otto persone sono attualmente indagate, tra cui Patrizio Randazzo, il camallo coinvolto nell’incidente, e membri della Compagnia unica lavoratori merci varie.
Accertamenti sulla ralla e sul mezzo investitore
Uno degli aspetti chiave delle indagini riguarda la ralla, il mezzo che ha causato l’incidente. Gli esperti, tra cui l’ingegnere Filippo Begani e la medico legale Francesca Fossati, sono stati incaricati di determinare se il malfunzionamento della ralla possa essere attribuito a un difetto di costruzione o a una mancanza di manutenzione. Inoltre, sarà fondamentale stabilire se la condotta di guida di Randazzo abbia avuto un ruolo nell’incidente. La consulenza dovrà anche esaminare le condizioni psico-fisiche dell’investitore, che è risultato positivo alla cannabis, sebbene non alterato al momento dell’incidente.
Le implicazioni legali e le responsabilità
Le indagini non si limitano solo alla dinamica dell’incidente, ma si estendono anche alle responsabilità legali dei coinvolti. La pm Ciavattini ha richiesto un’analisi approfondita delle condizioni di lavoro e delle procedure di sicurezza adottate nel terminal. La presenza di telecamere di sorveglianza ha fornito elementi utili per la ricostruzione dei fatti, ma la questione delle responsabilità rimane complessa. La valutazione delle condizioni psico-fisiche di Randazzo e la sua ammissione di aver consumato cannabis il giorno prima dell’incidente sollevano interrogativi sulla sua idoneità a svolgere il lavoro di camallo.