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Industria: Orlando, 'se le cose restano ferme, va avanti processo deindustrializzazione'

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Roma, 24 ott. (Adnkronos) - "Bisogna prendere atto che se le cose restano ferme va avanti un processo di deindustrializzazione. Spesso vediamo numeri sugli occupati che appaiono confortanti ma in verità sono la conseguenza del fatto che una parte importante dei posti di lavoro si spostan...

Roma, 24 ott. (Adnkronos) – "Bisogna prendere atto che se le cose restano ferme va avanti un processo di deindustrializzazione. Spesso vediamo numeri sugli occupati che appaiono confortanti ma in verità sono la conseguenza del fatto che una parte importante dei posti di lavoro si spostano dall'industria al terziario. Non è la stessa cosa perché nell'industria i salari e i contratti hanno una qualità ben superiore di quella che si può realizzare in un ambito come quello del turismo dove si risulta occupati se si è lavorato quattro mesi o se si ha un part-time involontario".

Lo ha detto l'ex ministro del Lavoro e responsabile Politiche industriali del Pd, Andrea Orlando, a margine di un incontro con i sindacati a Rovereto, insieme alla deputata Sara Ferrari, alla sindaca Giulia Robol e ai consiglieri democratici, nel corso della prima tappa in Trentino-Alto Adige del Viaggio del Pd nelle realtà industriali.

"La difesa della presenza industriale è una condizione per difendere la qualità del lavoro, la sovranità del nostro Paese e la capacità di innovazione – ha aggiunto l'ex ministro dem – molto legata alla presenza dell'industria e del manifatturiero. Non possiamo che accogliere l'appello di Confindustria e rilanciarlo a livello nazionale: c'è bisogno di un grande confronto tra le forze sociali per definire quali sono i settori nei quali l'Italia vuole mantenere una dimensione strategica e quali i fattori sui quali intervenire. Noi abbiamo fatto alcune proposte, sul trasferimento tecnologico, sul costo dell'energia, sui servizi alle imprese. Tutte cose che fanno la differenza tra chi fa impresa nel nostro Paese e chi la fa in altri contesti a scapito dell'Italia. Il primo punto di grande allarme riguarda appunto la questione del costo dell'energia".

Inoltre, aggiunge Orlando, "abbiamo un enorme problema di sicurezza delle filiere. Se non siamo in grado di controllare i diversi passaggi della produzione rischiamo di essere ostaggio di altri Paesi. Quindi il tema della qualità del lavoro e della manifattura ridiventano assolutamente centrali. Gli Stati Uniti stanno facendo una politica tutta centrata su questo. L'Europa non può rimanere ferma e non può rimanere fermo il nostro Paese. Anche perché i Paesi senza manifattura rischiano di essere colonizzati dagli altri. Non è una prospettiva che può dare lavoro ai giovani e a chi ha studiato per avere uno sbocco professionale. Sicuramente il tema della casa e' esploso a livello nazionale perché il combinato disposto tra le difficoltà salariali e l'esplosione delle forme di affitto breve – osserva l'ex ministro dem – ha fatto sì che trovare sostanzialmente una casa sia impossibile. Ed è uno dei principali ostacoli per il trasferimento della forza lavoro. Fino a qualche anno fa, inoltre, chi rappresentava le imprese chiedeva di rimuovere gli ostacoli, oggi chiedono una guida. La politica purtroppo oggi ancora stenta a riconoscersi questo ruolo che invece, nel resto del mondo, ha assunto. Se stiamo fermi – conclude Orlando – rischiamo di vederci sottratto quel grande patrimonio che è stato costruito nel nostro continente. L'Europa è anche e soprattuto la sua industria".