Innamoramento e amore: due stadi del cuore. Sentimento e irrazionalità vs ragione. Tanto più forti i primi, tanto meno l’altra. Differenza
La sfera che concerne l’amore non segue regole precise e universalmente valide. Innamorarsi è un processo del tutto personale e ogni caso è a se stante.
Ad entrare in gioco, tuttavia, è sempre la parte irrazionale, quella più istintiva e meno soggetta a condizionamenti della ragione.
In sintesi, l’innamoramento coincide con la fase iniziale del sentimento, quando ancora questo non è risultato, ma processo in divenire. Tutto è un protendere verso quello – l’amore – e pur non avendolo ancora raggiunto come dimensione compiuta, si può dire però che ci sono le condizioni perché il risultato dia quello come scopo ultimo.
L’amore, invece, è il risultato di quella tensione che entra in gioco con l’innamoramento. Per arrivare a questa fase, si è passati dal momento in cui ogni barriera razionale è caduta. E’ il trionfo del puro sentimento e dell’io più istintuale: le cui uniche ragioni sono quelle del cuore.
Ragione e sentimento: le giuste dimensioni di un amore duraturo
L’amore è il frutto di una dimensione di assoluta irrazionalità. Qualcosa di incontrollabile e puro istinto che prende e la ragione non può controllare.
Il sentire che lo contraddistingue è qualcosa che muove dall’interno: non ha bisogno di regole e non vuole limiti dall’esterno.
Perché l’amore possa esistere e durare nel tempo ha bisogno di un elemento in più della sola istintualità del sentimento. Occorre cioè che ci sia una qualche misura, una dimensione di razionalità: che consenta a quel sentimento di avere una forma solida e possibile nelle due categorie dell’esistere, lo spazio e il tempo.
Una dimensione che tolga all’amore i caratteri di volatilità e di indifferenza, propri di ogni stato istintivo e irrazionale. Dimensione, in cui soltanto è possibile un legame puro e privo di vincoli: un sentimento inossidabile e libero, nonostante le categorie del tempo e dello spazio.