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Inondazioni monsoniche in Pakistan: il bilancio sale a oltre 300 vittime

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Le inondazioni in Pakistan colpiscono duramente, provocando centinaia di vittime e distruzione in diverse regioni.

Negli ultimi giorni, una serie di forti piogge e nubifragi ha colpito il Pakistan, causando un bilancio tragico: oltre 300 vittime e più di 100 dispersi nel nord del paese. La situazione è particolarmente critica nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, dove le autorità hanno emesso avvisi di ulteriori alluvioni e smottamenti, invitando le amministrazioni locali a rimanere in allerta.

Ma come si vive in un contesto così devastante? È difficile immaginare, ma la realtà è questa.

La devastazione a Buner

Nel distretto di Buner, a circa 100 km a nord-ovest di Islamabad, le inondazioni hanno causato la morte di almeno 207 persone in soli due giorni. Le frane hanno spazzato via interi villaggi, distruggendo case e lasciando famiglie intrappolate tra le macerie. Le immagini satellitari mostrano un paesaggio irriconoscibile: montagne e villaggi, come la città di Pir Baba, sono stati sommersi da fango e detriti. Ma cosa succede quando la natura si scaglia contro di noi?

Le condizioni del terreno nella regione, caratterizzate da colline ripide e suolo vulnerabile, hanno amplificato l’impatto delle forti piogge. Gli esperti parlano di un nubifragio, un fenomeno raro in cui si registrano più di 100 mm di pioggia in un’ora. Ebbene, venerdì scorso, la regione ha visto oltre 150 mm di pioggia cadere in un solo, tragico, ora, dando vita a inondazioni catastrofiche.

Aziz Ahmed, un insegnante locale, ha descritto il fragore del tuono durante le recenti piogge torrenziali, affermando che il rumore era così intenso da fargli pensare che fosse “la fine del mondo”. Le operazioni di soccorso si concentrano ora su aree devastate, dove torrenti d’acqua, carichi di massi enormi, hanno schiantato le abitazioni come se fossero esplosioni. È un dramma umano in corso, e le immagini raccontano storie di dolore e speranza.

Un bilancio tragico e le critiche agli aiuti

Il bilancio delle vittime continua a salire, superando le 650 morti dall’inizio della stagione monsonica a fine giugno. Le inondazioni e le frane hanno colpito in modo devastante Khyber Pakhtunkhwa, seguita dalla provincia di Punjab, con 164 decessi. La maggior parte delle perdite è stata causata da inondazioni improvvise e crolli delle abitazioni. A Khyber Pakhtunkhwa, sono stati segnalati 941 edifici distrutti o danneggiati, mentre 719 sono stati colpiti in Azad Jammu e Kashmir. Ma come si sente la popolazione locale di fronte a tale tragedia?

La reazione dei residenti è di rabbia e frustrazione: molti accusano le autorità di non aver fornito avvisi adeguati per le evacuazioni. Non sono stati emessi avvisi dai sistemi tradizionali, come i megafoni delle moschee, lasciando gli abitanti vulnerabili alla furia della natura. Il governo ha cercato di giustificarsi, affermando che, nonostante fosse attivo un sistema di allerta precoce, la violenza del nubifragio ha sorpreso tutti, rendendo impossibile avvisare in tempo i residenti. La fiducia è in crisi, e le domande restano senza risposta.

Implicazioni a lungo termine e cambiamenti climatici

Il Pakistan è tra i paesi più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, con eventi meteorologici estremi che si intensificano. Secondo il maggiore generale Inam Haider Malik, presidente dell’Autorità Nazionale per la Gestione dei Disastri, quest’anno la stagione monsonica ha visto un’intensità superiore del 50-60% rispetto all’anno precedente. Le inondazioni e le frane sono eventi ricorrenti durante questa stagione, in particolare nel nord-ovest montuoso, dove i villaggi sono costruiti su pendii ripidi e lungo le sponde dei fiumi. Ma come si può affrontare questa crescente minaccia?

Il Pakistan, pur contribuendo con meno dell’1% alle emissioni globali di gas serra, si trova a fronteggiare una serie di eventi climatici devastanti: ondate di calore e alluvioni improvvise che possono distruggere comunità in poche ore. Solo lo scorso anno, il paese ha vissuto la peggiore stagione monsonica della sua storia, con oltre 1.700 morti e danni stimati in 40 miliardi di dollari. La frequenza e l’intensità degli eventi climatici stanno mettendo a dura prova la resilienza delle popolazioni e delle infrastrutture. La domanda è: come possiamo prepararci per il futuro?