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Inquinamento da plastica, a Ginevra nulla di fatto: niente Trattato

Roma, 16 ago. (askanews) – Ancora un nulla di fatto: dopo circa dieci giorni di negoziati, non si è arrivati a un Trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica. A Ginevra sono stati sospesi i lavori poiché non si è trovato un consenso su come il mondo dovrebbe affrontare questo problema in continua crescita.

I negoziatori di 185 paesi hanno lavorato oltre la scadenza alla ricerca, alla fine vana, di un terreno comune.

“A questo punto, è evidente che non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati”, ha affermato con amarezza Inger Anderson, direttrice del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.

A Ginevra si è visto “che la stragrande maggioranza degli Stati del mondo ha espresso la volontà e l’allineamento per un Trattato efficace per porre fine all’inquinamento da plastica – ha osservato il WWF, aggiungendo che – questo dà speranza per il futuro. Tuttavia, una minoranza di paesi oppositori e un processo decisionale basato sul consenso unanime ci lasciano senza aver raggiunto il risultato ambito e dimostrano che quest’approccio non è funzionale nei negoziati internazionali sull’ambiente”.

Alcuni paesi devono “ammorbidire le loro posizioni” ha affermato il ministro dell’Ambiente danese Magnus Heunick e Graham Forges, a capo della delegazione di Greenpeace ha spiegato:

“Come sapete ci sono alcuni paesi, come l’Arabia Saudita, la Russia e gli Stati Uniti, che non sono stati disposti a negoziare in buona fede in questo ambito, in queste ultime ore, e finché continueranno a mantenere la loro posizione come hanno fatto a Parigi e mostreranno una riluttanza a negoziare con noi, non potremo risolvere questo problema e il mondo non può permettersi di lasciare che ci ostacolino”.

Durante l’ultima sessione si era sperato nel miracolo, poi non è stato raggiunto il consenso: tutto rinviato. È dal 2022 che sono due principlamente gli schieramenti: da una parte Unione Europea, Canada, Australia, molti paesi dell’America Latina, dell’Africa e delle isole, che vogliono ridurre la produzione mondiale di plastica per ridurre l’inquinamento. Dall’altra, paesi essenzialmente petroliferi che rifiutano qualsiasi vincolo alla produzione di idrocarburi alla base dell’industria della plastica.