Milano, 10 dic. (askanews) – L’insonnia è una patologia particolarmente diffusa in Italia anche se troppo spesso sottovalutata e perciò drammaticamente sottodiagnosticata. Secondo i massimi esperti del settore, riuniti a Milano per un convegno promosso da Idorsia, multinazionale farmaceutica specializzata nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per il trattamento dell’insonnia, si tratta di un’emergenza sanitaria ed sociale che, tra costi diretti e indiretti, costa all’Italia circa 14 miliardi di euro all’anno.
‘Sicuramente è una patologia sottovalutata, anzi spesso e volentieri non è meno considerata una patologia, perché consideriamo normale o ci abituiamo a non dormire – spiega ad askanews Emi Bondi, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e presidente uscente della Società Italiana di Psichiatria -. In realtà, dormire è fondamentale per vivere, perché durante il sonno il nostro organismo recupera: se noi non dormiamo questi meccanismi di recupero saltano, con tutta una serie di conseguenze. È una patologia molto diffusa: ne soffrono circa 14 milioni di italiani, e purtroppo soltanto il 40% di questi 14 milioni ricevono una diagnosi corretta, e meno di uno su cinque riceve una terapia. Questo ci dice l’entità del fenomeno e come sia invece importante considerarla come una patologia’.
‘Chi soffre di insonnia cronica praticamente rappresenta circa il 10-12% della popolazione generale, quindi è veramente un numero molto molto alto – aggiunge Luigi Ferini-Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno e professore ordinario di Neurologia alla Facoltà di Psicologia dell’dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Il problema fondamentale è che spesso non viene diagnosticato in maniera corretta, anche perché purtroppo non si conoscono le domande specifiche da fare al paziente per inquadrare in maniera corretta ed esatta il proprio problema’.
La vita di chi soffre d’insonnia – nel 60-70% dei casi si tratta di donne tra i 45 e 65 anni – è un percorso a ostacoli:
‘Vuol dire che magari a trent’anni, come è successo a me, ti ritrovi che improvvisamente non hai la forza e l’energia per affrontare le giornate: uscire, andare con gli amici, andare al cinema, andare a teatro, andare magari a farci una sciata quando è inverno oppure andare a farsi una camminata, perché al mattino tirarsi su dal letto è un problema – racconta Marco Rolandi, presidente di RLS Italia (Sindrome delle gambe senza riposo -APS) -. E’ un problema enorme: quando si arriva a dormire due ore, è dura’.
‘Non dormendo una delle prime cose che salta sono le performance cognitive. Cioè, si ha meno memoria, si è meno svegli, meno attenti meno presenti in quello che stiamo facendo – precisa ancora Emi Bondi -. E l’insonnia infatti è causa di una difficoltà sul lavoro di una riduzione pesante delle performance lavorative. E’ causa di incidenti di macchina, e poi hai la conseguenza anche di molte malattie fisiche, perché peggiora tutte le malattie psichiche, ma peggiora anche le malattie organiche, soprattutto le malattie cardiovascolari, non dormire aumenta la pressione banalmente’.
Se la diagnosi precoce è fondamentale, il cambio di passo per garantire trattamenti e rimborsi adeguati deve partire soprattutto dal mondo-politico istituzionale.
‘Dobbiamo assolutamente cercare di trovare il sistema per far diagnosticare in maniera corretta l’insonnia e poi per fare un trattamento adeguato – sottolinea ancora Ferini-Strambi -. Oggi abbiamo trattamenti che sono anche nuovi rispetto ai vecchi trattamenti, quindi è importante tenere in considerazione questa possibilità. L’insonne oggi può essere curato e se lo curiamo bene sicuramente questo vuol dire un minore impatto anche su quelli che sono soltanto i costi personali, ma anche i costi sociali dell’insonnia’.