> > Von der Leyen, tensione in volo: cos'è accaduto al Gps durante l'atterraggio?

Von der Leyen, tensione in volo: cos'è accaduto al Gps durante l'atterraggio?

gps von der leyen

Durante il volo in Bulgaria, il jet di von der Leyen ha subito un blackout del GPS, costringendo i piloti a un atterraggio manuale e procedure d’emergenza.

Durante l’atterraggio in Bulgaria, il gps dell’aereo che trasportava Ursula von der Leyen si è improvvisamente oscurato. Un dettaglio tecnico che si trasforma subito in questione politica.

Il volo di von der Leyen nel mirino: Gps in tilt e atterraggio manuale in Bulgaria

Domenica 31 agosto. L’aereo con a bordo Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, scende verso Plovdiv, in Bulgaria.

Tutto procede. Fino a quando i piloti non si accorgono che il Gps non risponde più. Niente più navigazione elettronica. Solo schermi muti.

Si parla di un attacco russo. Una manovra di disturbo che ha spento i sistemi satellitari, lasciando l’equipaggio senza gli strumenti di precisione per l’atterraggio. Il jet, un Dassault Falcon 900LX, resta sospeso sopra l’aeroporto per quasi un’ora. A girare, a cercare soluzioni. Alla fine i piloti si affidano alle vecchie mappe. Quelle caricate in pdf sui tablet. E scendono a vista, manualmente, come si faceva una volta.

Eurocontrol conferma il disturbo. Anche le piattaforme di monitoraggio lo registrano. “Possiamo confermare un’interferenza del segnale Gps, ma l’aereo è atterrato sano e salvo”, spiega la portavoce Arianna Podestà. Una frase rassicurante, certo. Ma dietro si nasconde un quadro inquietante. Perché non è un caso isolato.

Attorno allo scalo di Plovdiv, il 31 agosto, i radar hanno segnalato attacchi radio. Disturbi calcolati. Non un guasto. Un’operazione. Il governo bulgaro minimizza, parlando di alternative possibili con i sistemi di navigazione a terra. Ma il fatto resta: von der Leyen ha volato per venti minuti sopra l’aeroporto senza strumenti moderni. Un presidente europeo, ridotto alle mappe cartacee.

Gps dell’aereo di Ursula von der Leyen, un problema che diventa geopolitica?

Non è un episodio isolato. Negli ultimi mesi i cieli d’Europa, del Medio Oriente e di parte dell’Asia sono diventati un campo di battaglia invisibile. Spoofing, jamming, falsi segnali che confondono i computer di bordo. Gli aerei perdono la rotta. Devono deviare, atterrare altrove. Alcuni restano sospesi in attesa, come il Falcon di von der Leyen.

Stanford ha calcolato che ad agosto, tra 90 e 150 aerei ogni giorno hanno segnalato interferenze ai satelliti. Ogni giorno. Non si tratta più di incidenti rari. È una strategia. Una guerra tecnologica che si combatte senza sparare un colpo, ma che mette a rischio vite e stabilità.

La Bulgaria è tra le aree più colpite. OpsGroup, nel suo rapporto del 2024, l’ha inserita tra gli spazi aerei più vulnerabili. Non solo. Nel gennaio 2025 un volo Ryanair diretto a Vilnius è stato costretto a deviare in Polonia. E la Finnair, per un mese, ha dovuto sospendere i collegamenti con Tartu, in Estonia, a causa dei continui disturbi.

von der Leyen, domenica scorsa, ha vissuto questa realtà sulla propria pelle. Un atterraggio manuale, affidato al sangue freddo dei piloti. Una scena che sembra uscita da un film anni ’80, ma che è accaduta davvero, nel cuore dell’Europa. La domanda ora è: quanto siamo pronti a gestire un futuro in cui il Gps, strumento essenziale della nostra modernità, può essere spento con un clic?