Gerusalemme, 5 mag. (askanews) – Dura la reazione dell’opposizione israeliana dopo che il governo di Israele ha approvato un piano per intensificare le proprie operazioni militari nella Striscia di Gaza, compresa la conquista del territorio palestinese e lo sfollamento della popolazione.
Una scelta contestata dal leader dell’opposizione Yair Lapid: “Nessuno sa ancora quale sia il vero piano di guerra, né cosa significhino davvero le parole ‘conquista della Striscia’.
Ma c’è una cosa che sappiamo tutti: questa guerra sta costando un sacco di soldi; e la domanda è: chi la paga?”, ha detto, lamentando i continui aumenti di tasse per la popolazione.
Dello stesso parere anche l’ex ministro della Difesa Benny Gantz, che, durante l’apertura della sessione estiva della Knesset a Gerusalemme, ha dichiarato che il governo non ha “un piano reale” e dovrebbe occuparsi invece degli ostaggi ancora nella mani di Hamas e di chiudere un accordo concreto e definitivo.
“A parte l’azione militare, ci sono molti slogan e narrazioni, ma nessun piano reale per ciò che viene dopo o per un risultato immediato. La restituzione degli ostaggi è l’obiettivo più urgente. Sappiamo che oltre 40 ostaggi sono stati uccisi durante la prigionia”.
“Non ci sveglieremo una mattina per scoprire che ‘non c’è più Hamas’ come dice il primo ministro – ha aggiunto Gantz, riferendosi a quanto promesso da Netanyahu – ma se continuiamo a procrastinare, potremmo svegliarci una mattina e scoprire che non abbiamo più ostaggi vivi”.
Preoccupazione sull’estensione dell’operazione delle forze israeliane è stata espressa dalla comunità internazionale: le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie hanno ripetutamente messo in guardia sulla catastrofe umanitaria in atto, dopo settimane di blocco totale degli aiuti. L’Europa ha “esortato Israele alla massima moderazione”.