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Istat: povertà stabile ma più pesante per minori e famiglie operaie

Milano, 14 ott. (askanews) – Case, bollette, carrello della spesa: per milioni di italiani la parola chiave resta la stessa: sopravvivere.

Secondo l’Istat, la povertà in Italia resta stabile in termini complessivi, ma pesa sempre di più sulle fasce più fragili. Nel 2024 sono 5,7 milioni le persone in povertà assoluta, quasi una su dieci.

Le famiglie coinvolte sono oltre due milioni e duecentomila, un dato sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.

Tra gli stranieri, la povertà resta altissima: più di uno su tre vive sotto la soglia, quasi cinque volte più che tra gli italiani. Allo stesso tempo, sono italiane due famiglie povere su tre segno che la povertà è ormai una realtà strutturale.

Tra i minori, la situazione è la peggiore dell’ultimo decennio: 1,3 milioni di bambini e ragazzi vivono in povertà assoluta. E la percentuale cresce nei nuclei numerosi o con un solo genitore.

Il lavoro, da solo, non basta più a tenersi al riparo. Tra le famiglie dove il principale percettore è un operaio, la povertà sfiora il 16%. È la fotografia di un’Italia in cui lavorare non sempre significa vivere bene.

Anche il divario territoriale resta profondo: nel Mezzogiorno, oltre una famiglia su dieci è povera, quasi il 40% del totale nazionale. E nelle Isole, l’incidenza cresce ancora.

Sul piano economico, il quadro è reso più difficile dal calo del potere d’acquisto: i salari reali hanno perso il 10,5% tra il 2019 e il 2024, a causa della forte crescita dei prezzi.

Nel confronto con l’Europa, l’Italia resta sopra la media dell’Unione per persone a rischio di povertà o esclusione: 23% contro il 21% europeo. Francia e Germania fanno meglio, grazie a salari più alti e a un welfare più solido.

Per l’Istat, è un disagio economico persistente: i numeri non peggiorano, ma per molti restare a galla è già una conquista.