Un violento terremoto è stato registrato nelle prime ore del mattino al largo della penisola della Kamchatka, nell’Estremo Oriente russo. La scossa, di magnitudo 6.8 secondo i dati preliminari del servizio geofisico russo, ha avuto epicentro in mare, nei pressi delle isole Curili, una zona altamente sismica lungo l’Anello di Fuoco del Pacifico.
Eruzione storica del Krasheninnikov dopo oltre quattro secoli
Pochi giorni dopo il violento terremoto di magnitudo 8.8 che ha colpito la Kamchatka, un evento vulcanico senza precedenti recenti ha interessato la parte orientale della penisola russa. Il vulcano Krasheninnikov è tornato in attività per la prima volta dal 1550, secondo i dati del Global Volcanism Program dello Smithsonian Institution. Le immagini diffuse dai media statali mostrano una colonna di cenere alta fino a 6 chilometri, proiettata verso l’Oceano Pacifico.
Le autorità locali hanno assegnato al vulcano il codice di allerta aerea “arancione”, segnalando possibili interferenze con il traffico aereo. Fortunatamente, la nube non minaccia centri abitati, né sono state registrate ricadute significative al suolo.
La Kamchatka colpita da un nuovo terremoto: scossa di magnitudo 6.8 vicino alle isole Curili
Alle ore 7:30 italiane è stato registrato un terremoto di magnitudo 6.8 nell’area tra la penisola russa della Kamchatka e l’isola giapponese di Hokkaido, con epicentro localizzato in mare, a una profondità di circa 15 chilometri. Al momento non risultano notizie di danni né di vittime.
L’evento è stato rilevato dalla Sala Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Le autorità russe hanno segnalato la possibilità di onde anomale in tre distretti della Kamchatka, anche se al momento non risultano danni a infrastrutture o abitazioni. Il sisma si inserisce in un’intensa fase di attività geofisica che sta interessando l’intera regione del Pacifico settentrionale.