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Karem Rohana e la lotta per la verità sulla Palestina

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Karem Rohana, palestinese con passaporto israeliano, racconta le sfide quotidiane e la lotta per la verità sulla condizione palestinese.

Karem Rohana, un palestinese originario di Haifa, vive in Italia e utilizza i social media per raccontare la verità sulla sua terra d’origine, Gaza. Scampato a un tragico eccidio che ha colpito la sua famiglia, Karem ha deciso di dare voce a chi spesso non viene ascoltato, attraverso il suo profilo Instagram, “Karem From Haifa”.

Qui sfida la censura e porta alla luce le ingiustizie che i palestinesi subiscono. In una recente intervista, ha condiviso la sua esperienza di vita in Israele e le difficoltà quotidiane che affrontano i palestinesi. Quanto è importante portare queste storie alla ribalta?<\/p>

Vivere da palestinese in Israele

Karem descrive la condizione dei palestinesi in Israele come una continua negazione della propria identità. \”I palestinesi che vivono qui sono meno colpiti da violenze fisiche rispetto a quelli di Gaza o Cisgiordania\”, spiega, \”ma subiscono una violenza identitaria. Non possiamo dichiararci palestinesi e molte tradizioni sono vietate per legge\”. Il suo racconto è un grido di aiuto, un’espressione di un dolore che si tramanda di generazione in generazione. La legislazione israeliana, afferma Karem, ha cancellato l’identità palestinese, relegando i palestinesi a una condizione di cittadini di serie B. Ma come si vive in un contesto così complesso?<\/p>

Ancora più drammatica è la situazione a Gaza e in Cisgiordania. \”Non esiste un aspetto della vita quotidiana che non sia sotto il controllo israeliano\”. Karem parla di checkpoint, requisizioni di terre e violenze sistematiche che avvengono senza possibilità di denuncia. Rivolgersi a un tribunale militare, spiega, significa affrontare un sistema che è parte del problema stesso. \”Siamo l’unico luogo al mondo dove i minori vengono giudicati da tribunali militari\”. Questo porta a una riflessione: come si può costruire un futuro quando le basi stesse della vita quotidiana sono così fragili?<\/p>

La mancanza di libertà e giustizia

La consapevolezza di vivere in una condizione di non libertà pesa profondamente su Karem. \”Ogni azione quotidiana richiede tempo, perché i palestinesi sono costantemente controllati\”. La routine di una persona palestinese è scandita dai posti di blocco, dai controlli e dall’incertezza di un futuro che può essere stravolto in un attimo. \”Non hai mai la certezza di poter andare a scuola\”, racconta, descrivendo la frustrazione e il dolore di una vita sotto assedio. L’assenza di punti fermi rende la vita insostenibile; ogni giorno è una lotta per preservare ciò che resta di una vita normale. È possibile vivere in un contesto così oppressivo e mantenere la speranza?<\/p>

Quando si parla di conflitto israelo-palestinese, il 7 ottobre viene spesso citato come una data spartiacque. Tuttavia, Karem sottolinea che per i palestinesi, ogni giorno è stato un 7 ottobre. \”I palestinesi morivano e nessuno ne parlava\”. La sua testimonianza è un richiamo alla memoria collettiva, un invito a non dimenticare le violenze quotidiane che i palestinesi affrontano. Secondo Nadav Weimen, ex soldato dell’IDF, la violenza è sistematica e fa parte di un’occupazione che continua a negare la dignità e i diritti fondamentali ai palestinesi. Come possiamo, dunque, contribuire a dare visibilità a queste ingiustizie?<\/p>

Un futuro possibile per la Palestina

Riflettendo sul futuro della Palestina, Karem esprime scetticismo riguardo alla soluzione dei due Stati. \”Non è più una possibilità praticabile\”, afferma, \”e non è accettata nemmeno da coloro che la sostengono\”. La narrativa dei due Stati, secondo lui, serve solo a legittimare le politiche di Israele, senza affrontare le problematiche strutturali alla base della questione. Karem auspica un futuro in cui israeliani e palestinesi possano convivere pacificamente all’interno di uno Stato unico, dove non ci siano discriminazioni e dove i diritti umani siano rispettati per tutti, senza eccezioni. Siamo pronti a immaginare un mondo così, dove la pace prevalga?<\/p>

La sua voce è una delle tante che si leva nel silenzio, un richiamo alla giustizia e alla verità. La storia di Karem Rohana è un esempio di resilienza e speranza in un contesto difficile, dove la lotta per l’identità e per i diritti continua a essere una battaglia quotidiana. Cosa possiamo fare noi, in qualità di cittadini informati, per sostenere questa lotta?<\/p>