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La Consulta boccia il terzo mandato per il presidente della Provincia di Trento

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La recente sentenza della Consulta sulla legge trentina sul terzo mandato provoca reazioni nel centrodestra.

La decisione della Corte costituzionale di bocciare la legge che avrebbe consentito al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, di ricandidarsi per un terzo mandato ha scatenato un vero e proprio terremoto politico all’interno del centrodestra. La norma, approvata in aprile, era stata impugnata dal Consiglio dei ministri, dando origine a forti attriti tra i vari partiti della coalizione.

Le ripercussioni politiche sulla Lega e Fratelli d’Italia

Fugatti ha scelto di mantenere un profilo basso, dichiarando: “Attendiamo il testo della sentenza per analizzarne le motivazioni”. Tuttavia, la situazione ha innescato una serie di tensioni, con Fratelli d’Italia che ha colto l’occasione per rivendicare il rispetto degli accordi politici preelettorali, in particolare la vicepresidenza della Provincia, che era stata promessa al partito di Giorgia Meloni. “Dobbiamo assicurarci che gli accordi vengano rispettati”, ha dichiarato Alessandro Urzì, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.

Le divisioni interne al centrodestra

La spaccatura è emersa dopo l’impugnazione della legge, con i membri leghisti del governo che si sono opposti alla decisione, sostenendo che le province autonome avessero il diritto di stabilire le proprie regole elettorali. La Lega ha cercato di difendere la sua posizione, affermando che il principio di autonomia speciale dovesse essere rispettato. Tuttavia, la Corte ha chiarito che il divieto di un terzo mandato consecutivo è un principio fondamentale che si applica anche alle autonomie speciali.

Reazioni da parte dei leader regionali

Il vicepremier Matteo Salvini ha commentato la situazione, sottolineando l’importanza della volontà popolare: “Noi come Lega abbiamo proposto al Parlamento la possibilità di permettere ai cittadini di scegliere, ma siamo stati respinti. Continueremo a combattere per questo diritto”. Anche Luca Zaia, governatore del Veneto, ha espresso la sua opinione, affermando che la sentenza deve essere rispettata, ma che è necessaria una modifica legislativa per consentire la possibilità di un terzo mandato in futuro.

Le prospettive future per il centrodestra

Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato che la Consulta non ha chiuso definitivamente la porta al terzo mandato, ma ha chiesto una norma chiara e ben definita. “Ci sono margini per un accordo politico”, ha affermato Fedriga, incoraggiando una riflessione seria tra i partiti del centrodestra dopo le prossime elezioni regionali.

Le conseguenze per la giunta trentina

La situazione attuale ha avuto ripercussioni significative anche all’interno della giunta trentina. Dopo la bocciatura della legge, Fugatti ha revocato alcune deleghe a Francesca Gerosa, assessora di Fratelli d’Italia, che si era opposta alla legge sul terzo mandato. Questo gesto ha ulteriormente inasprito le relazioni tra i due partiti, creando un clima di tensione e sospetto.

Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, ha chiesto un ripristino degli accordi precedentemente stabiliti, affermando che la sentenza della Consulta offre l’opportunità di ripensare le strategie politiche per il futuro. “Dobbiamo assicurarci che la nostra voce venga ascoltata e che gli equilibri nella coalizione siano rispettati”, ha concluso Urzì.

In definitiva, la decisione della Corte Costituzionale non solo ha bloccato le ambizioni di ricandidatura di Fugatti, ma ha anche messo in discussione la stabilità e l’unità del centrodestra in Trentino. Le scelte future dei leader politici saranno fondamentali per determinare la direzione della coalizione e il suo successo alle prossime elezioni.