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La premier Giorgia Meloni da Bruno Vespa: sfide legislative, tensioni interne e conflitti globali

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Accuse straordinarie e clima politico: Giorgia Meloni da Bruno Vespa commenta la denuncia internazionale, le tensioni interne e la politica estera.

La recente intervista di Giorgia Meloni a Porta a Porta di Bruno Vespa ha acceso nuovamente i riflettori sulla complessa intersezione tra politica interna, relazioni internazionali e sicurezza nazionale. La premier ha affrontato temi di grande attualità, dalle tensioni in Medio Oriente alla guerra in Ucraina, passando per le contestazioni interne e le sfide legislative, delineando una visione in cui la leadership italiana si confronta con accuse straordinarie e un clima politico percepito come sempre più teso.

Giorgia Meloni: denuncia alla Corte Penale Internazionale e clima politico in Italia

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha riferito durante la trasmissione Porta a Porta di essere stata, insieme ai ministri Crosetto e Tajani e, a quanto pare, all’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani, oggetto di una denuncia alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. La premier ha sottolineato l’eccezionalità della situazione, affermando di non conoscere altri casi simili nella storia:

“Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere”.

Meloni ha collegato questa vicenda a un clima nazionale che definisce “imbarbarito”, con minacce di morte che ormai non riesce più a segnalare, e ha sottolineato le responsabilità di chi, nella classe dirigente, la accusa di essere complice di crimini gravissimi.

Giorgia Meloni: politica estera e difesa dei valori nazionali

Sul fronte internazionale, Meloni ha rimarcato la posizione italiana sul conflitto israelo-palestinese, evidenziando come l’Italia non abbia autorizzato nuovi invii di armi a Israele dopo il 7 ottobre, adottando la linea più rigorosa tra i principali Paesi europei. La premier ha citato esempi di altri governi, come Francia, Germania e Gran Bretagna, per evidenziare la rigidità della scelta italiana, sottolineando “veniamo accusati di cose che non abbiamo fatto con toni surreali”.

Sul fronte ucraino, ha ribadito la necessità di mantenere la pressione sulla Russia e di rafforzare la collaborazione tra Europa, Stati Uniti e NATO. Inoltre, Meloni ha parlato del piano di pace promosso da Donald Trump per il Medio Oriente, definendolo “un percorso fragile, ma su cui c’è stata una convergenza quasi totale di paesi europei, arabi e autorità palestinesi, compresa Hamas, con qualche distinguo”.

Giorgia Meloni: politica interna e riforme governative

Riguardo alla politica interna, la premier ha respinto le accuse di ambizione presidenziale, affermando che la sua priorità resta il governo: “Io ragiono in modo diverso, sto facendo il presidente del Consiglio, posso garantire che mi basta e mi avanza”. Sul fronte legislativo, ha ribadito che eventuali modifiche alla legge elettorale spetterebbero al Parlamento e che una nuova normativa dovrebbe rafforzare il ruolo del premier.

Non vedo assolutamente nervosismi all’interno della maggioranza, sono contenta di queste ulteriori due vittorie, da quando si è votato alle politiche si è votato 16 volte in tre anni, tra Regioni e Province autonome, e il centrodestra ha ne ha vinte 12 su 16, il centrosinistra 3: se volessimo avere un’idea di come vanno le cose ce l’avremmo chiara”.

Tra le riforme chiave del suo governo, ha citato l’autonomia differenziata, con l’obiettivo di completare alcune misure entro l’anno in materia di competenze regionali. Infine, la premier ha toccato temi economici e sociali, sottolineando l’importanza di sostenere il ceto medio e la difesa nazionale, e ha commentato le tensioni sindacali e le manifestazioni, evidenziando la necessità di responsabilità civica e politica per evitare che la situazione sfugga di mano.

Infine, la premier ha commentato le tensioni sindacali e gli scioperi generali indetti negli ultimi anni. Pur riconoscendo il diritto alla protesta, Meloni ha definito alcune iniziative come pretestuose, sottolineando che, nonostante il miglioramento dei dati occupazionali e l’aumento dei salari, la mobilitazione di sindacati come la Cgil spesso sembra più orientata a sostenere posizioni politiche di sinistra che a tutelare realmente i lavoratori. Questo passaggio evidenzia, secondo la premier, come le manifestazioni possano rappresentare un riflesso delle divisioni interne e una sfida aggiuntiva per il governo nella gestione della stabilità politica.

Temo che ci sia un clima che può peggiorare se non richiamiamo tutti al senso responsabilità. Io sono una persona che sa stare nella dimensione del conflitto della politica ma stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di diverso, e penso si stia sottovalutando da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione perché poi le cose sfuggono di mano”.

 

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