Milano, 21 nov. (askanews) – Negli ultimi tre anni l’attenzione del largo consumo all’economia circolare e l’implementazione di strategie aziendali in direzione della circolarità sono cresciute. Ad attestarlo è l’aggiornamento, rispetto all’edizione del 2022, della ricerca “L’evoluzione dell’economia circolare nel largo consumo” realizzata da GS1 Italy in ambito Ecr Italia, in collaborazione con Ergo, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
“A distanza di tre anni il largo consumo ha compiuto dei progressi significativi – ha spiegato Carolina Gomez, Ecr senior project manager GS1 Italy – La nuova misurazione infatti mostra un aumento nelle performance che supera il 60%, confermando che sempre più aziende stanno adottando percorsi più strutturati e consapevoli per adottare, per integrare i principi dell’economia circolare”.
L’indagine, presentata in occasione del convegno “Circolarità in azione. Il nuovo benchmark sull’economia circolare nel largo consumo”, mostra un complessivo miglioramento ma non mancano distinguo e differenze tra fasi produttive e attori della filiera: “C’è stato un incremento molto significativo in tutti i settori che abbiamo analizzato, quindi grande distribuzione, personal care e food – ha sottolineato Fabio Iraldo, professore ordinario di management Scuola Sant’Anna di Pisa – e queste migliorie hanno segnalato chiaramente come le aziende abbiano agito su tutti i fronti, in tutte le fasi del ciclo di vita, della produzione, vendita e consumo dei prodotti. Se vogliamo trovare una fase che è cresciuta di meno in termini di economia circolare, ma forse perché quelle dinamiche sono diventate molto più complesse, è la fase di vendita e di scelta da parte del consumatore e poi di utilizzo dei prodotti”.
Allo stesso modo si osserva un assestamento del retail, in lieve miglioramento rispetto a tre anni fa, a fronte dell’home and personal care che ha fatto un balzo, probabilmente spinto da aziende grandi e strutturate, e dell’alimentare che prosegue nel solco di un progressivo miglioramento. Una fotografia, questa, sullo stato dell’economia circolare, condotta su 22 imprese tra produzione, logistica e distribuzione, che hanno implementato la versione aggiornata di Circol-Up, il tool sviluppato da GS1 Italy per supportare il settore nella valutazione e nella valorizzazione del proprio grado di circolarità. “Lo sviluppo di Circol-Up nasce grazie ai contributi delle aziende del settore e grazie anche alla collaborazione con Ergo Spinoff della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – ha precisato Gomez – La motivazione principale che ci ha spinto ad aggiornare Circol-Up è stata soprattutto la pubblicazione di nuovi standard, di nuove norme tecniche che nel frattempo, a distanza appunto di tre anni, sono state pubblicate proprio per facilitare la definizione dei criteri dei Kpi per la misurazione della circolarità”.
In questo contesto incoraggiante rispetto a tre anni fa, tuttavia, si colgono i primi segnali di un rallentamento degli investimenti nella circolarità: “Le politiche da parte della Commissione Europea e di conseguenza degli Stati membri sul versante dell’economia circolare, così come altri versanti della sostenibilità, si sono un pochino raffreddate e questo probabilmente le aziende lo hanno percepito – ha detto Iraldo – Probabilmente uno stimolo rinnovato anche in termini di messa a disposizione di risorse, di incentivi di natura economica o fiscale, che un pochino stanno scemando con lo spegnersi del Pnrr, sarebbe sicuramente molto utile”.