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Laura Santi, il marito racconta quel momento: "Vai amore, ora sei libera"

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Laura Santi e il marito, un legame forte anche nell’ultimo momento: la sua testimonianza commovente sulle scelte e sul coraggio condiviso fino alla fine.

Una scelta difficile. La fine di una lunga battaglia contro una malattia che ha consumato corpo e mente. Laura Santi, giornalista perugina di 50 anni, ha deciso di porre fine alla sua sofferenza il 22 luglio, a casa sua. Una decisione sofferta, ma libera. Al suo fianco, il marito Stefano, che per 25 anni ha condiviso con lei questa lotta quotidiana contro la sclerosi multipla progressiva.

Laura Santi e il marito: la forza di un legame oltre la malattia

“Le ho detto: ‘Vai amore, sei libera’. Lei ha risposto ‘Ciao amore, ciao vita’”. Stefano ricorda così quell’ultimo istante, quando ha rispettato il desiderio di Laura di restare sola durante l’autoinfusione del farmaco letale. “Sono uscito dalla stanza, voleva che non la condizionassi emotivamente”.

La sclerosi multipla ha stretto la sua presa lentamente, ma con crudeltà. Un cervello lucidissimo imprigionato in un corpo sempre più fragile, immobilizzato, segnato da dolori incessanti e continue infezioni. “Ogni giorno era una lotta – racconta Stefano – cateteri, antibiotici, antidolorifici. Ma lei non si è mai arresa”.

Stefano è stato molto più che un marito. Infermiere, sostegno, mente lucida. “Per aiutarla ho dovuto occuparmi anche di me stesso, non potevo diventare un secondo malato”. Quando ha visto il corpo di Laura Santi senza vita, è scoppiato in un pianto liberatorio, qualcosa che si era sempre nascosto, silenzioso e sommesso nelle notti passate a vegliarla.

Laura Santi, il marito ricorda il silenzio di una scelta e la forza di un legame indissolubile

La decisione di Laura Santi è stata riservata, senza clamori, senza avvertire familiari o amici. Non voleva interferenze, né tentativi di dissuaderla. Solo la certezza che la sua sofferenza avesse finalmente una fine.

Ora Stefano guarda avanti, con un carico di dolore ma anche di orgoglio: “Essere stato al suo fianco è stata una vittoria. La sua battaglia è anche la mia”. Nella casa, ha raccolto gli oggetti che raccontano quella vita difficile ma piena d’amore, lasciando indietro la disabilità che tanto li aveva segnati. “Non c’è più, eppure è qui con me, come non mai”.