Argomenti trattati
Le ultime notizie riguardanti il volo di Ursula von der Leyen verso Sofia hanno suscitato forti polemiche e speculazioni. Tuttavia, le autorità bulgare hanno smentito categoricamente le accuse di interferenze al sistema GPS del velivolo, chiarendo che non ci sono stati sabotaggi russi. Il primo ministro bulgaro, Rosen Zhelyazkov, ha dichiarato in Parlamento che non ci sono stati né disturbi né minacce durante il volo.
Questo sviluppo mette in discussione le narrazioni diffuse dai media internazionali, che avevano descritto l’episodio come un attacco mirato da parte del Cremlino.
La smentita delle autorità bulgare
AGGIORNAMENTO ORE 10:00. Dopo un’analisi approfondita, il primo ministro Zhelyazkov ha affermato: “Non c’è bisogno di indagare sulla situazione, perché questi disordini non sono né minacce ibride né minacce informatiche.” Anche il vicepremier Grozdan Karadjov ha confermato in un’intervista che non sono state trasmesse informazioni a Bruxelles riguardanti un coinvolgimento russo. Le autorità bulgare hanno fornito alla Commissione europea il verbale della comunicazione tra il pilota e la torre di controllo, dove si menzionano solo “piccoli problemi” con il segnale GPS, senza alcun riferimento a interferenze straniere.
Il ministro dell’Interno, Daniel Mitov, ha aggiunto che il dipartimento per la criminalità informatica sta indagando, ma ha enfatizzato: “Possiamo affermare categoricamente che non si tratta di un attacco informatico.” Queste dichiarazioni hanno messo a tacere le speculazioni e hanno riportato il focus sui fatti.
La risposta della Commissione Europea
In seguito alla smentita bulgara, la Commissione europea ha dovuto rettificare le sue precedenti affermazioni. Arianna Podestà, portavoce della Commissione, ha dichiarato: “Non abbiamo mai detto che l’interferenza al segnale GPS riscontrata dall’aereo di Ursula von der Leyen in Bulgaria sia stata espressamente contro di lei.” Tuttavia, in conferenza stampa, la portavoce capo Paula Pinho aveva confermato l’esistenza di interferenze, complicando ulteriormente la situazione.
Questo scambio di comunicazioni mette in luce un problema di fondo: la narrazione dei media tende a soffermarsi su accuse e interpretazioni drammatiche, trascurando spesso la verifica dei fatti. La costruzione di un racconto polarizzato può influenzare negativamente l’opinione pubblica, consolidando l’immagine della Russia come minaccia costante, anche quando le prove mancano.
Il ruolo dei media nella diffusione delle notizie
La dinamica dell’informazione attuale spesso favorisce una narrazione che sacrifica il rigore giornalistico. L’idea che Mosca debba essere designata come colpevole, indipendentemente dai riscontri, è un fenomeno preoccupante. Le accuse vengono rilanciate con titoli sensazionalistici, mentre le rettifiche arrivano in secondo piano e raramente ricevono la stessa attenzione.
Questo non riguarda solo il volo della presidente von der Leyen, ma è un paradigma ricorrente nel giornalismo moderno. La mancanza di riscontri e verifiche viene relegata a dettaglio secondario, mentre l’immagine di un nemico onnipresente si consolida nell’immaginario collettivo. Il risultato è una distorsione della verità, dove il giornalismo rischia di diventare strumento di propaganda piuttosto che veicolo di informazione accurata.