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Le città più care d’Italia sotto la lente: i dati Istat sull’inflazione record

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Nel 2025, le città più care d’Italia registrano incrementi significativi nei costi della vita, con impatti pesanti su spese alimentari, abitazione e servizi essenziali.

L’inflazione non dà tregua e l’estate si preannuncia decisamente “salata” per molte famiglie. I dati Istat di maggio parlano chiaro: i prezzi continuano a salire, anche se con qualche lieve rallentamento. Tradotto in soldoni? Più di 500 euro in più da spendere ogni anno per una famiglia media, e addirittura oltre 700 euro se ci sono due figli.

Una stangata che si fa sentire, eccome. Ma quali sono le città più care d’Italia dove questa pressione si fa sentire di più? E quali quelle che tirano un po’ il fiato? Vediamolo insieme.

Città più care d’Italia: dove la vita costa di più

Bolzano guida questa classifica “sgradita”. Qui l’inflazione è al 2,3%, con una spesa annua che lievita di 763 euro per la famiglia tipo. Ma a fare paura è Siracusa, con un +3% e 695 euro in più da mettere sul piatto. E poi c’è Pistoia, Venezia e Padova, tutte con aumenti che superano il 2% e stangate superiori ai 600 euro. Insomma, non è roba da poco. Le cifre parlano da sole per le città più care d’Italia: Venezia, città di arte e turisti, si trova al quarto posto con 645 euro in più ogni anno. Bologna, Rimini, Bergamo e Arezzo chiudono la top ten, tutte con aumenti consistenti che mettono a dura prova il portafoglio.

Se ci si chiede perché la situazione sia così critica, bisogna guardare soprattutto al caro spesa: alimentari, prodotti per la casa e servizi. I prezzi sono saliti del 2,7% a maggio, un segnale preoccupante, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Ma non solo. Anche il turismo pesa, con voli e traghetti che aumentano rispettivamente del 30,8% e del 9,7%. Piscine, palestre e parchi divertimento non sono da meno. Una combinazione micidiale per chi vuole o deve muoversi.

Città più care d’Italia? Non tutte pesano allo stesso modo

Sul lato opposto della medaglia delle città più care d’Italia, ci sono città dove l’inflazione resta più contenuta. Olbia-Tempio, ad esempio, fa segnare l’aumento più basso d’Italia, solo lo 0,8%, pari a 159 euro in più all’anno. A Parma e Lodi la situazione è simile, con aumenti sotto l’1%. Sassari, Benevento, Novara e Brindisi completano questa lista di città “meno care”, dove però anche un piccolo aumento pesa, specie su chi ha meno margini di spesa.

L’Istat sottolinea che la frenata generale dei prezzi è una specie di illusione: a crescere sono i beni essenziali, quelli che non si possono evitare. Così, anche se l’inflazione “di fondo” rallenta un po’, la pressione sui bilanci delle famiglie resta alta. Il caro bollette e affitti pesa come un macigno, con un +3,9% nel settore abitazione e servizi. E i prodotti alimentari? Anche loro salgono del 3,2%.

Insomma, non è facile, per nessuno. L’estate arriva, ma con un conto salato da pagare.