Il mistero attorno alla morte di Liliana Resinovich si arricchisce di un nuovo, inatteso capitolo. Un uomo si è presentato spontaneamente agli inquirenti, raccontando di aver compiuto alcune manovre sul corpo della donna. Non esclude che proprio quei gesti possano aver provocato la frattura alla vertebra emersa dalle ultime analisi. Una rivelazione che potrebbe riscrivere la dinamica degli eventi e getta nuove ombre su una vicenda che, a distanza di anni, resta avvolta nel mistero.
I dubbi sulla frattura della vertebra e le ipotesi della famiglia di Liliana Resinovich
La frattura alla vertebra T2 è tornata al centro delle indagini sul caso Resinovich, alimentando un contrasto tra la difesa di Sebastiano Visintin, che ipotizza un trauma post-mortem avvenuto durante il recupero del corpo, e i consulenti dei familiari, che lo ritengono compatibile con un’azione violenta.
A riaccendere i dubbi è la testimonianza di un tecnico anatomico coinvolto nella prima autopsia. La frattura, non visibile nella TAC dell’8 gennaio 2022, resta un elemento controverso.
Liliana Resinovich, svolta vicina? Rivelazioni shock sulla frattura della vertebra
Durante la prima autopsia sul corpo di Liliana Resinovich, la frattura alla vertebra toracica T2 – rilevata solo in un secondo esame – potrebbe essere stata causata accidentalmente da un operatore. A sostenerlo è un preparatore anatomico che l’11 gennaio 2022 prese parte alle procedure medico-legali nella sala settoria dell’obitorio di via Costalunga, a Trieste.
Come riportato dal quotidiano Il Piccolo, l’uomo si è presentato spontaneamente agli inquirenti per riferire la propria ricostruzione dei fatti e, secondo fonti giudiziarie, dovrebbe essere ascoltato a breve dal pubblico ministero.
Il tecnico – specializzato nella preparazione e manipolazione dei corpi durante le autopsie – non esclude che alcune sue manovre sul cadavere, possano aver provocato la frattura alla faccetta articolare sinistra della seconda vertebra toracica.
La lesione era stata individuata solo successivamente, durante la seconda autopsia eseguita dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, sollevando interrogativi sull’origine del trauma e sul possibile impatto nella ricostruzione delle cause della morte della 63enne triestina, trovata senza vita il 5 gennaio 2022.