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I recenti sviluppi sull’inchiesta che coinvolge il presunto sistema Pavia hanno evidenziato una rete di scambi illeciti tra magistrati, imprenditori e politici, collegata al noto delitto di Garlasco. La presenza di Mario Venditti, ex procuratore pavese, e di alcuni ex carabinieri della sua squadra ha riacceso i riflettori su questa vicenda complessa e controversa.
Il contesto dell’inchiesta
Le indagini a carico dell’ex procuratore Venditti e del pubblico ministero Pietro Paolo Mazza si concentrano su accuse di corruzione e peculato relative a una somma di 750.000 euro. I dettagli dell’inchiesta, riportati in due pagine di decreti, rivelano che gli inquirenti sono alla ricerca di documentazione riguardante acquisti di auto di lusso, nonché i costi di manutenzione di questi veicoli, inclusi tagliandi e gomme.
La squadra di Venditti
Particolare attenzione è riservata al gruppo di carabinieri di polizia giudiziaria che operava sotto la direzione di Venditti. Tra questi, Giampiero Ezzis, un militare dell’allora nucleo informativo, ha testimoniato che il sistema funzionava in modo tale che chi era in buone grazie con Venditti veniva premiato, mentre gli altri venivano messi da parte. L’ex carabiniere Giuseppe Spoto ha confermato che Venditti esercitava pressioni per archiviare i casi rapidamente, mostrando una chiara preferenza per determinate posizioni.
Le figure chiave coinvolte
Il quotidiano La Repubblica ha delineato alcuni dei protagonisti di questa vicenda, tra cui l’ex maresciallo Antonio Scoppetta, già condannato per corruzione, e Silvio Sapone, il luogotenente che ha dimostrato scarso interesse investigativo nelle intercettazioni relative al caso Garlasco. Questi due ex carabinieri erano considerati figure di spicco all’interno dell’ufficio, con un rapporto privilegiato nei confronti di Venditti.
Intercettazioni e anomalie
Le intercettazioni effettuate sulla famiglia Sempio, coinvolta nel caso Garlasco, sono un elemento cruciale dell’indagine. Spoto ha dichiarato che la trascrizione delle intercettazioni fu eseguita in modo frettoloso, il che potrebbe aver portato a errori significativi. Le comunicazioni tra padre e figlio Sempio, in particolare, sono state oggetto di scrutinio, poiché contenevano riferimenti a possibili pagamenti per ottenere favori legali.
Le accuse all’ex procuratore
Mario Venditti è accusato di aver fornito un trattamento di favore ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco. Il legale di Venditti, Domenico Aiello, ha difeso il suo assistito, sottolineando che le accuse di corruzione sono infondate e che il patrimonio di onorabilità di Venditti, costruito in anni di lavoro, è stato ingiustamente compromesso. Aiello ha anche chiesto che l’inchiesta venga trasferita a Brescia, ritenendo che la procura pavese non possa condurre un’indagine equa.
Le testimonianze della famiglia Sempio
Le dichiarazioni di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, rivelano che la famiglia aveva già accesso a informazioni sensibili riguardanti l’indagine, anche prima dell’invito a comparire. La madre di Sempio ha confermato che il denaro prelevato in contante era destinato a ottenere documenti legali e che la famiglia aveva speso ingenti somme per pagare gli avvocati. Questo solleva interrogativi sull’integrità del processo e sull’accesso alle informazioni da parte della difesa.
La verità su questi eventi è ancora in fase di esplorazione, e le conseguenze per le figure coinvolte potrebbero essere significative.