Roma, 17 giu. (askanews) – E’ stata presentata presso il Palazzo dell’Aeronautica a Roma, la missione “Artemis 4554”, spedizione scientifica organizzata dall’Aeronautica Militare con la collaborazione ed il supporto di tante importanti realtà istituzionali e del mondo della ricerca, che dal 20 al 26 luglio prossimi porterà un gruppo di medici e specialisti dell’Aeronautica Militare a raggiungere i 4554 metri di Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, sul Monte Rosa, per una serie di importanti esperimenti medico scientifici, in particolare sulla fisiologia umana in alta quota.
La missione rientra nell’ambito delle iniziative legate ai cento anni della sanità militare aeronautica, che ricorrono quest’anno, un secolo di scoperte, primati e sfide incredibili che hanno portato i medici e tutto il personale sanitario dell’Arma Azzurra dai primi pioneristici passi del volo fin nello Spazio. Sulle orme degli studi condotti oltre un secolo fa proprio in quegli stessi luoghi da Angelo Mosso, uno dei padri della medicina aeronautica insieme a Padre Agostino Gemelli, la missione Artemis 4554 intende rievocare gli studi che gettarono le basi per lo sviluppo di quella che oggi è la medicina aeronautica e spaziale e proseguire nel solco di questa tradizione attraverso una serie di esperimenti medico scientifici pensati e condotti con il supporto di numerosi partner del mondo accademico e della ricerca, tra cui Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Milano, Centro cardiologico Monzino di Milano, Istituto Galeazzi di Milano, Fondazione Ca’ Grande di Milano, Istituto Neurologico Mondino di Pavia, Università di Padova nonché la collaborazione scientifica con diverse aziende di settore, tra cui Spacewear, Idea srl, Medical Cloud srl e Fitwell.
“Questa missione, che parte dal Comune di Alagna Valsesia, rappresenta una grande sfida per la Forza Armata e per il Corpo Sanitario Aeronautico, in un ambiente naturale come la montagna in cui l’uomo ha da sempre tentato di andare oltre i propri limiti e i propri confini, ma è soprattutto un importante progetto scientifico, che anche in chiave inter-agenzia, intende ricordare i primi cento anni della sanità aeronautica, ripartendo dagli albori e da chi per primo ha voluto studiare gli effetti dell’alta quota sulla fisiologia umana”, ha evidenziato nel suo intervento il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Antonio Conserva.
“Accanto alla missione primaria che è quella di difendere il Paese, è importantissimo fare squadra, fare sistema con le altre eccellenze del Paese – in campo medico in questo caso ed in generale con i tanti distretti aerospaziali sul territorio e con il comparto industriale del settore – per avere sempre un approccio innovativo alle sfide che il presente ed il futuro ci riservano. Non siamo soli oggi in questa iniziativa, come non lo erano cento anni fa i nostri padri fondatori – piloti, medici, ingegneri che fossero – che hanno sempre avuto un connubio indissolubile col mondo accademico e col mondo civile. Fondamentale sarà in questa occasione, ad esempio, il supporto dei tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Senza gli studi sulla fisiologia umana ad alta quota di oltre 100 anni fa chissà se saremmo, come Italia, così in prima linea nella corsa per lo spazio come lo siamo oggi. E’ indubbio che acquisire e sviluppare capacità di eccellenza e leadership in questo settore passa anche attraverso la conoscenza aeromedica in alta quota, che per noi è diventato un ambiente molto più vasto, quasi indeterminato visto che ci stiamo spingendo sempre più nello spazio.”
La presentazione, moderata dalla giornalista Claudia Conte, si è articolata in una panoramica iniziale da parte del Colonnello Marco Lastilla, coordinatore della missione, ed è proseguita con degli approfondimenti sugli aspetti storico-rievocativi e scientifici della missione. Oltre 40 le persone coinvolte, tra personale di supporto e medico, in particolare saranno 10 i Mission Specialist che saliranno fino a Capanna Margherita per completare i 10 esperimenti scientifici programmati e che potenzialmente hanno concrete possibilità di portare delle migliorie scientifiche utili per tutta la popolazione. In aggiunta ai numerosi partner istituzionali e non, un prezioso e fondamentale contributo sarà garantito da diverse articolazioni della Forza Armata: dagli enti del Comando Logistico quali il Reparto di Medicina Aeronautica e Spaziale della Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale, il Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, gli Istituti di Medicina Aerospaziale di Roma e Milano ed il 3° Stormo; il Comando della Squadra Aerea, attraverso il 15° Stormo, fornirà supporto per il trasporto aereo di materiale e attrezzature per l’allestimento dei laboratori scientifici in quota.
Le conclusioni sono state poi affidate al Capo del Corpo Sanitario Aeronautico, Generale Ispettore Capo Pietro Perelli, che ha sottolineato: “Lo studio della storia permette di vedere la realtà da una prospettiva più ampia e profonda”. Ha poi continuato dicendo che: “Il Centenario del Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare è un’occasione unica per ripercorrere il cammino tracciato dai nostri predecessori, per riflettere su come la medicina aeronautica si sia evoluta e per rispondere alle nuove sfide che il futuro ci pone davanti. La storia non è un esercizio teorico, ma una pratica vitale che ci aiuta a costruire un futuro solido, basato su una profonda comprensione delle nostre radici: negli scarponi dei nostri ragazzi su quella montagna marcia verso il futuro tutto il Corpo Sanitario dell’Aeronautica Militare”.
Prima dell’intervento del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, sono intervenuti il Sindaco di Alagna Valsesia dott. Roberto Veggi che si è detto particolarmente orgoglioso di accogliere e supportare l’Aeronautica Militare in questo importante progetto a nome di tutta la comunità locale, ed il Presidente nazionale del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) dott. Maurizio Dellantonio che ha espresso il proprio entusiasmo nel supportare ed affiancare con i propri tecnici l’Aeronautica Militare in questa particolare iniziativa scientifica.