Medico donna? Pazienti vivono di più. Lo dice una ricerca

L’Università di Harvard fornisce un ottimo motivo per superare il maschilismo in corsia: una sua ricerca pubblicata sulla rivista scientifica JAMA Internal Medicine, ha infatti dimostrato l’esistenza di un nesso tra il sesso del medico curante, la lunghezza di un ricovero o addirittura la morte...

L’Università di Harvard fornisce un ottimo motivo per superare il maschilismo in corsia: una sua ricerca pubblicata sulla rivista scientifica JAMA Internal Medicine, ha infatti dimostrato l’esistenza di un nesso tra il sesso del medico curante, la lunghezza di un ricovero o addirittura la morte del paziente – indipendente dal sesso -.

In particolare secondo il celeberrimo ateneo americano, l’essere assistiti da un medico donna diminuisce i tempi di degenza e può allungare la vita. Lo studio è stato condotto su pazienti d’età superiore ai 65 anni in un periodo compreso tra il gennaio 2011 e il dicembre 2014, prendendo in considerazione il 20% dei ricoveri negli ospedali del Paese. Ebbene, è emerso che “a 30 giorni dalle prime cure un paziente ha più probabilità di morire o di essere riammesso in ospedale se il medico è un uomo”.

Ciò avviene soprattutto nel caso di particolari patologie come sepsi, polmonite, insufficienza renale acuta od anomalie dei battiti cardiaci. Non è dato sapere il motivo per cui un paziente possa anche vivere più a lungo, se il medico è donna, ma la ricerca di mostra che le “dottoresse” tendono maggiormente a seguire la prassi nello svolgimento dei controlli e ancora di più a prestare maggiormente ascolto a chi si reca da loro per motivi di salute.