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Parole che confermano un rapporto difficile e controverso tra la premier e i giornalisti italiani, alimentando il dibattito sulla libertà di stampa e sulla strategia comunicativa di Palazzo Chigi.
Il fuorionda con Trump: “Meglio non prendere domande”
Il fuori programma è avvenuto durante la conferenza con l’ex presidente USA. Quando Trump ha proposto ai leader di rispondere a qualche domanda, Meloni ha sussurrato all’orecchio:
“Io non voglio mai parlare con la stampa italiana. Meglio di no, siamo troppi e andremmo troppo lunghi.”
La frase, captata dai microfoni rimasti accesi, ha fatto rapidamente il giro dei social e dei giornali online. Per molti osservatori, è la conferma di una diffidenza ormai consolidata: Meloni non vuole concedere spazi di confronto diretto con i media nazionali, preferendo comunicazioni filtrate e messaggi controllati.
Meloni e la stampa italiana: un rapporto sempre più selettivo
Il rapporto tra Meloni e la stampa italiana fotografa un problema reale: il numero ridotto di conferenze stampa aperte, le interviste concesse col contagocce, il ricorso a social e canali istituzionali per parlare agli elettori.
Questa strategia comunicativa consente alla premier di:
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controllare il messaggio, evitando domande scomode;
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limitare la sovraesposizione, trasformando ogni intervento in un evento straordinario;
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saltare i mediatori tradizionali, rivolgendosi direttamente all’opinione pubblica.
Tuttavia, questo approccio alimenta il sospetto di una crescente distanza tra governo e giornalismo indipendente.
La polemica con la RAI e le querele ai giornalisti
Il rapporto complicato tra Meloni e la stampa italiana si inserisce in un contesto più ampio:
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La gestione della RAI, accusata da opposizioni e associazioni di categoria di aver perso pluralismo sotto le nuove nomine governative.
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Le cause per diffamazione intentate contro giornalisti e commentatori, considerate da molti come un “bavaglio” mediatico.
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Le reazioni della FNSI, che ha definito il fuorionda con Trump una conferma della mancanza di rispetto verso il lavoro dei cronisti.
Una strategia o un segnale di debolezza?
C’è chi legge la scelta di Meloni come una strategia di forza: meno parla con la stampa italiana, più le sue parole pesano. Ma c’è anche chi interpreta il silenzio come un segnale di debolezza, l’incapacità di affrontare domande libere e non filtrate.
In entrambi i casi, il risultato è lo stesso: il rapporto tra Meloni e la stampa italiana resta uno dei nodi più delicati e discussi del panorama politico nazionale.
Un silenzio che fa rumore
Il fuorionda con Trump non è stato solo un momento imbarazzante: è lo specchio di una linea comunicativa precisa, che privilegia il controllo e limita il confronto. Ma in democrazia il rapporto tra politica e stampa è fondamentale. Il rischio, per Giorgia Meloni, è che il suo silenzio con i giornalisti italiani finisca per parlare più di mille parole.