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Perché Giorgia Meloni non vuole parlare con la stampa italiana? Il fuorionda con Trump che fa discutere

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“Io non voglio mai parlare con la stampa italiana.” È questa la frase pronunciata da Giorgia Meloni in un fuorionda con Donald Trump, durante il recente vertice di Washington, a scatenare polemiche in Italia.

Parole che confermano un rapporto difficile e controverso tra la premier e i giornalisti italiani, alimentando il dibattito sulla libertà di stampa e sulla strategia comunicativa di Palazzo Chigi.

Il fuorionda con Trump: “Meglio non prendere domande”

Il fuori programma è avvenuto durante la conferenza con l’ex presidente USA. Quando Trump ha proposto ai leader di rispondere a qualche domanda, Meloni ha sussurrato all’orecchio:


“Io non voglio mai parlare con la stampa italiana. Meglio di no, siamo troppi e andremmo troppo lunghi.”

La frase, captata dai microfoni rimasti accesi, ha fatto rapidamente il giro dei social e dei giornali online. Per molti osservatori, è la conferma di una diffidenza ormai consolidata: Meloni non vuole concedere spazi di confronto diretto con i media nazionali, preferendo comunicazioni filtrate e messaggi controllati.

Meloni e la stampa italiana: un rapporto sempre più selettivo

Il rapporto tra Meloni e la stampa italiana fotografa un problema reale: il numero ridotto di conferenze stampa aperte, le interviste concesse col contagocce, il ricorso a social e canali istituzionali per parlare agli elettori.

Questa strategia comunicativa consente alla premier di:

  • controllare il messaggio, evitando domande scomode;

  • limitare la sovraesposizione, trasformando ogni intervento in un evento straordinario;

  • saltare i mediatori tradizionali, rivolgendosi direttamente all’opinione pubblica.

Tuttavia, questo approccio alimenta il sospetto di una crescente distanza tra governo e giornalismo indipendente.

La polemica con la RAI e le querele ai giornalisti

Il rapporto complicato tra Meloni e la stampa italiana si inserisce in un contesto più ampio:

  • La gestione della RAI, accusata da opposizioni e associazioni di categoria di aver perso pluralismo sotto le nuove nomine governative.

  • Le cause per diffamazione intentate contro giornalisti e commentatori, considerate da molti come un “bavaglio” mediatico.

  • Le reazioni della FNSI, che ha definito il fuorionda con Trump una conferma della mancanza di rispetto verso il lavoro dei cronisti.

Una strategia o un segnale di debolezza?

C’è chi legge la scelta di Meloni come una strategia di forza: meno parla con la stampa italiana, più le sue parole pesano. Ma c’è anche chi interpreta il silenzio come un segnale di debolezza, l’incapacità di affrontare domande libere e non filtrate.

In entrambi i casi, il risultato è lo stesso: il rapporto tra Meloni e la stampa italiana resta uno dei nodi più delicati e discussi del panorama politico nazionale.

Un silenzio che fa rumore

Il fuorionda con Trump non è stato solo un momento imbarazzante: è lo specchio di una linea comunicativa precisa, che privilegia il controllo e limita il confronto. Ma in democrazia il rapporto tra politica e stampa è fondamentale. Il rischio, per Giorgia Meloni, è che il suo silenzio con i giornalisti italiani finisca per parlare più di mille parole.