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I migliori ospedali italiani secondo Agenas: tutte le eccellenze e il divario Nord‑Sud

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L’Agenas ha diffuso un’analisi aggiornata che fotografa la sanità italiana e segnala i migliori ospedali del Paese. Ecco cosa è emerso.

Il panorama sanitario italiano è sotto la lente di Agenas (agenzia per i servizi sanitari regionali), che nel Piano Nazionale Esiti 2025 ha valutato oltre 1.100 strutture ospedaliere per identificare i migliori ospedali italiani. L’analisi evidenzia le eccellenze del Nord e le criticità ancora presenti in alcune regioni, offrendo un quadro dettagliato della qualità dell’assistenza in Italia.

Le eccellenze ospedaliere italiane secondo Agenas: un Nord protagonista

15 ospedali italiani hanno raggiunto valutazioni “alte” o “molto alte” in almeno sei delle otto aree cliniche prese in considerazione dal Piano Nazionale Esiti (PNE) 2025, presentato da Agenas. Solo due strutture l’Ospedale di Savigliano in Piemonte e l’Ospedale di Mestre in Veneto – hanno ottenuto il massimo punteggio su tutte le otto aree: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare e nefrologia.

La geografia delle eccellenze è netta: la Lombardia guida con cinque strutture, seguita da Veneto (tre) ed Emilia-Romagna (due); Toscana, Marche e Umbria contribuiscono con una struttura ciascuna. Al Sud, l’unica eccellenza è l’A.O.U. Federico II di Napoli.

Questi risultati confermano che le migliori performance si concentrano in ospedali plurispecialistici ad alto volume, capaci di garantire maggiore esperienza e qualità delle cure. Tra le aree più virtuose spiccano la chirurgia oncologica e l’ortopedia, con interventi rapidi per le fratture del femore negli over 65, e la chirurgia della mammella, il cui trattamento in strutture ad alto volume è salito dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024.

Positivi anche i progressi nella chirurgia mininvasiva e nell’uso della robotica, soprattutto in urologia. Persistono però criticità nella gestione di gravidanza e parto, dove il tasso di parti cesarei resta sopra lo standard OMS, in particolare al Sud, e nella concentrazione di interventi oncologici complessi come tumori di pancreas e retto.

I migliori ospedali italiani secondo Agenas: strutture da migliorare e diseguaglianze territoriali

Dall’altra parte della medaglia, il PNE 2025 segnala che circa il 22% degli ospedali italiani (197 strutture su 1.117 valutate) necessita di interventi migliorativi tramite audit. Le criticità maggiori si concentrano in Campania (51 strutture), Sicilia (43) e Puglia (19), ma anche regioni del Nord come la Lombardia registrano 14 ospedali da sottoporre a revisione.

Gli ambiti più problematici sono gravidanza e parto (52,7% delle richieste di audit, per eccesso di cesarei) e cardiocircolatorio (22,1%, per ritardi in procedure salvavita come angioplastiche e bypass).

Il rapporto evidenzia forti disparità tra Nord e Sud nella qualità delle cure, nell’accesso tempestivo a interventi complessi e nella gestione materno-infantile. Nonostante miglioramenti come la riduzione dei parti cesarei dal 25% al 22%, l’aumento dei parti vaginali post-cesareo (Vbac) e la concentrazione di interventi oncologici ad alto volume, il sistema resta caratterizzato da diseguaglianze territoriali e frammentazione dei casi complessi. La necessità di aggiornare le soglie ministeriali, rafforzare il monitoraggio territoriale e potenziare l’assistenza primaria rimane cruciale per garantire cure appropriate ed efficaci in tutta Italia.

Le eccellenze ospedaliere italiane: quali sono le 15 strutture con le migliori valutazioni

Tra gli ospedali italiani che hanno ottenuto valutazioni “alte” o “molto alte” in almeno sei delle otto aree cliniche monitorate dal Piano Nazionale Esiti 2025, spiccano in Lombardia l’Ospedale Bolognini, il Maggiore di Lodi, la Fondazione Poliambulanza, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e l’Istituto Humanitas.

In Emilia-Romagna figurano gli ospedali di Bentivoglio e Fidenza, mentre in Veneto raggiungono il massimo delle valutazioni Montebelluna, Cittadella e Mestre. In Umbria è presente l’Ospedale di Città di Castello, in Toscana il presidio Lotti di Pontedera, nelle Marche lo stabilimento Umberto I e, al Sud, unica struttura meridionale tra le eccellenze, l’A.O.U. Federico II di Napoli.