Migranti, questa la foto del bambino annegato

Aldilà dei dibattiti, dei vertici mondiali e delle risoluzioni nazionali sul problema dell’immigrazione, di fronte ad immagini come questa si resta assolutamente sconcertati. Poi subentra la rabbia, l’impotenza, e non importa se dinanzi a questo cataclisma sociale l’Europa non sa che pesci pi...

Aldilà dei dibattiti, dei vertici mondiali e delle risoluzioni nazionali sul problema dell’immigrazione, di fronte ad immagini come questa si resta assolutamente sconcertati.

Poi subentra la rabbia, l’impotenza, e non importa se dinanzi a questo cataclisma sociale l’Europa non sa che pesci pigliare. Questa foto è il simbolo del male più estremo cui siamo giunti. Il primo a pubblicare l’immagine del bimbo siriano naufragato su una spiaggia della Turchia, con la testa nella sabbia, è stato il quotidiano britannico “The Indipendent”, ora la foto è diventata virale e sta facendo il giro del mondo.

I commenti a queste dolorose immagini potrebbero riassumersi in un’unica frase: “quando è troppo è troppo”.

In risposta alla politica antimigratoria di David Cameron qualcuno all’interno del Parlamento inglese ha dichiarato: “Quando sulle spiagge giacciono corpi di bambini, è il momento di agire”. Basta vuoti discorsi e parole al vento. Dobbiamo intervenire.