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Milano: indagati urbanistica si difendono, prossima settimana decisione gip

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Milano, 23 lug. (Adnkronos) - Si difendono, presentano memorie e depositano documenti. E' una linea difensiva comune quella che mettono in scena i sei indagati dell'inchiesta sull'urbanistica per i quali la Procura di Milano ha chiesto misure cautelari (due arresti domiciliari e quatt...

Milano, 23 lug. (Adnkronos) – Si difendono, presentano memorie e depositano documenti. E' una linea difensiva comune quella che mettono in scena i sei indagati dell'inchiesta sull'urbanistica per i quali la Procura di Milano ha chiesto misure cautelari (due arresti domiciliari e quattro in carcere) su cui il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini dovrà esprimersi – probabilmente la prossima settimana – dopo gli interrogatori preventivi che hanno occupato l'intera giornata.

Le accuse, a vario titolo, vanno dalla corruzione, all'induzione indebita e falso.

"Sono sereno, mi fido della giustizia italiana" le parole che Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione per il paesaggio, pronuncia prima di entrare a Palazzo di giustizia. E' l'unico tra i sei indagati a decidere di non rispondersi limitandosi, accompagnato dall'avvocato Eugenio Bono, a consegnare una memoria per respingere le esigenze cautelari in carcere e per 'bacchettari' un'inchiesta basata su "giudizi morali" e "impostata come un processo alla speculazione edilizia nei confronti dell’intera città di Milano" più che sulle eventuali responsabilità dei singoli. Nessuna corruzione e nessun conflitto di interesse sono le risposte che il difensore fornisce alle domande di chi affolla il settimo piano del Palazzo di Giustizia.

L'ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi (chiesti i domiciliari) è il primo che, invece, per circa un'ora e mezza risponde a ogni domanda. "Abbiamo ribadito la linea tenuta in Consiglio comunale di assoluta estraneità ai fatti. Non c'è stato nessun episodio corruttivo e ha fatto tutto regolarmente" taglia corto al telefono il difensore Giovanni Brambilla Pisoni che al giudice fornisce una lunga lista di documenti, tra delibere e sentenze al Tar e al Consiglio di Stato, e "la richiesta di aspettativa per motivi personali di Tancredi" dall'incarico dirigenziale a Palazzo Marino.

Rinuncia alle deleghe aventi ad oggetto i rapporti con la Pubblica amministrazione, l'ad di Coima Manfredi Catella (chiesti i domiciliari) che per due ore non si sottrae a nessuna domanda. "L'interrogatorio mi ha consentito di fornire tutte le risposte e tutti i chiarimenti fondamentali per una corretta ricostruzione dei fatti" dice l'indagato per corruzione e induzione indebita. La difesa – rappresentata dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli – deposita anche una memoria "corredata di tutte le evidenze documentali fattuali a supporto dell’insussistenza dei presupposti dei capi di imputazione promossi dalla Procura".

Passi indietro e rinunce potrebbero pesare nella decisione del giudice, decisione che arriverà "in un tempo congruo" si limita a dire il Tribunale, che viene tradotto nella prossima settimana in ambienti giudiziari. E nella lunga giornata in cui ciascuno degli indagati respinge con forza le accuse e si difende si allineano anche l'architetto Federico Pella, l'imprenditore immobiliare di Bluestone Andrea Bezziccheri (difeso da Andrea Soliani) e Alessandro Scandurra (difeso da Carlo Cerami e Giacomo Lunghini), ex componente della Commissione, accusato di false attestazioni e di tre corruzioni con altrettanti imprenditori e società