Milano, 10 ott. (Adnkronos) – Cinque richieste di condanna, la più pesante a 4 anni di carcere per l'avvocata Alessia Pontenani, altre (tra 3 anni e 3 anni e mezzo) per quattro psicologhe e lo psichiatra Marco Garbarini accusati a vario titolo di favoreggiamento e falso nel caso di Diana Pifferi, condannata in primo grado all'ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana.
A pronunciare le richieste di pena, dopo un lungo intervento al settimo piano del Palazzo di giustizia di Milano, è il pubblico ministero Francesco De Tommasi. Chiesto il rinvio a giudizio per un altro degli indagati.
Per la pubblica accusa le psicologhe avrebbero "falsamente" attestato un quoziente intellettivo pari a 40 per Alessia Pifferi e quindi un "deficit grave" laddove invece il test Wais, non era da somministrare alla detenuta che "non era un soggetto a rischio di atti anticonservativi e si presentava lucida, orientata nel tempo e nello spazio, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali e determinata". Una condotta che avrebbe avuto come obiettivo quello di fornire una base documentale che permettesse di richiedere e ottenere in giudizio, "la tanto agognata perizia psichiatrica" e provare così a evitare il massimo della pena.
Secondo il pm De Tommasi le indagate avrebbero 'imbeccato' l'imputata – anche usando protocolli con "punteggi già inseriti" – affinché ottenesse una perizia psichiatrica in grado di accertarle un deficit, un'attività difensiva non lecita. Le psicologhe sarebbero andate oltre il loro compito, somministrando test "incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta" e con colloqui "falsamente annotati nel diario clinico", mentre lo psichiatra Garbarini, consulente di parte, l'avrebbe "eterodiretta" nelle risposte da fornire. "Sono pene sproporzionate rispetto a condotte che non sono mai avvenute" commenta l'avvocato Mirko Mazzali che difende una delle psicologhe.