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Mon crime, Ozon porta #metoo negli anni '30: si ride del machismo

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Roma, 29 mar. (askanews) - Con "Mon crime - La colpevole sono io" François Ozon porta il #metoo negli anni Trenta e realizza una commedia perfetta, con attori straordinari e un tono lieve, toccando temi come lotta al patriarcato e diritti delle donne. Presentato in anteprima al festival "Rendez-v...

Roma, 29 mar. (askanews) – Con “Mon crime – La colpevole sono io” François Ozon porta il #metoo negli anni Trenta e realizza una commedia perfetta, con attori straordinari e un tono lieve, toccando temi come lotta al patriarcato e diritti delle donne. Presentato in anteprima al festival “Rendez-vous” a Roma, sarà nei cinema il 25 aprile. Nadia Tereszkiewicz interpreta un’attrice squattrinata che viene accusata dell’omicidio di un famoso produttore, un Weinstein d’altri tempi. Con l’aiuto della sua migliore amica, un’avvocatessa disoccupata interpretata da Rebecca Marder, verrà assolta e diventerà una star.

“Mi sono detto: è possibile fare una commedia su questi temi perché gli avvenimenti sono collocati nel passato, negli anni ’30, quindi c’è una distanza sufficiente per poterne ridere. La società è molto cambiata, lo sguardo sulle donne nella società occidentale è cambiato, era interessante ridere e deridere uomini completamente misogini e ridicoli. Credo che il successo del film in Francia sia dovuto anche a questo: anche se c’è ancora del machismo nella società francese, se ne può ridere perché ce n’è sicuramente sempre meno”.

Il film, in cui figurano star del cinema francese come Fabrice Luchini e Isabelle Huppert, è anche una riflessione sul teatro, sul potere, e sul mestiere di attore. “Volevo raccontare il paradosso dell’essere attore, che è qualcuno che mente ma che esprime una verità, un’emozione. E quindi il film gioca su ciò che è finzione, ciò che è reale. E’ un soggetto pirandelliano, in qualche modo”.