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Morti sul lavoro: una strage silenziosa che non si ferma

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Tre operai hanno perso la vita in un incidente sul lavoro a Napoli, ma la tragedia va ben oltre. È tempo di riflettere sulla vera sicurezza nei cantieri.

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La tragedia avvenuta a Napoli questa mattina, dove tre operai hanno perso la vita a causa di un incidente sul lavoro, non è solo un fatto di cronaca. È l’ennesima dimostrazione dell’indifferenza verso la sicurezza nei cantieri, un tema che continua a essere ignorato fino a quando non si concretizza in tragedia. Diciamoci la verità: il lavoro non dovrebbe mai costare la vita.

Eppure, ci troviamo a contare l’ennesima strage silenziosa, mentre le istituzioni si affannano a promettere interventi che, nella realtà, raramente vedono la luce.

Morti sul lavoro: una realtà inaccettabile

Oggi a Napoli, tre operai, Vincenzo del Grosso, Ciro Pierro e Luigi Romano, hanno perso la vita mentre svolgevano il loro lavoro di rifacimento del tetto di un edificio di sette piani. Il cestello di un montacarichi, invece di portarli in sicurezza, si è ribaltato, scaraventandoli nel vuoto. Ma non è solo Napoli a piangere: un’altra vittima è stata registrata a Bagnolo Mella, in provincia di Brescia, dove un uomo di 69 anni è stato schiacciato da un muletto. Questo non è un caso isolato; le morti bianche continuano a mietere vittime ogni giorno, mentre assistiamo a un silenzio assordante da parte di chi ha il potere di cambiare le cose.

Le statistiche parlano chiaro: secondo l’INAIL, nel 2022 si sono registrati oltre 1.000 morti sul lavoro in Italia. Una cifra che, purtroppo, è in costante aumento. Ma i numeri non raccontano tutto. Ogni cifra corrisponde a una vita spezzata, a famiglie distrutte e a una società che si è ormai abituata a considerare questa tragedia come una sorta di fatalità inevitabile. Ma perché accettiamo tutto questo?

La cultura della sicurezza: un optional?

Il cardinale di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha giustamente sottolineato che non possiamo più chiamare queste morti “bianche”. Non si tratta di incidenti, ma di omicidi stradali sul lavoro, di vite spezzate da un sistema che si preoccupa più del profitto che della sicurezza. La realtà è meno politically correct: il lavoro non dovrebbe essere una condanna, ma una fonte di dignità e sostentamento. Tuttavia, ogni giorno ci troviamo a dover affrontare il fatto che la sicurezza è considerata un optional, una spesa da tagliare piuttosto che un investimento necessario.

I sindacati sono scesi in campo, chiedendo un cambio di rotta. Gennaro Di Caprio della Filca Cisl di Napoli ha dichiarato che i lavoratori devono uscire vivi dai cantieri. Giuseppe Mele della Fillea Cgil ha sottolineato l’importanza di maggiori controlli, mentre Giovanni Sgambati della Uil Campania ha parlato di “infame ingordigia del profitto”. Ma tutto ciò basta? Le parole non possono più rimanere vuote promesse: servono azioni concrete.

Riflessioni finali: è tempo di agire

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha parlato di un giorno di dolore, ma non possiamo rassegnarci a questa situazione. È ora di smettere di piangere le vittime e iniziare a lottare per un cambiamento reale. La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità, non un tema da affrontare solo in caso di tragedie come quella odierna. Le istituzioni, le aziende e i sindacati devono unirsi per garantire che ogni lavoratore possa tornare a casa sano e salvo. Non si tratta solo di numeri e statistiche, ma di esseri umani che meritano rispetto e protezione.

In conclusione, è fondamentale che ognuno di noi inizi a riflettere su questo tema e pretenda un cambiamento. La sicurezza sul lavoro non è solo una questione di leggi, ma di cultura e responsabilità. È tempo di alzare la voce e pretendere ciò che spetta a ogni lavoratore: un ambiente sicuro in cui operare. Non possiamo più permettere che il silenzio continui a regnare, mentre le vite dei lavoratori vengono sacrificate sull’altare del profitto.

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