Nascondino per tutti: ecco come viene interpretato da questi simpatici bambini

Tutti conosciamo il gioco del nascondino, tradizionalmente da fare in gruppo e all'aperto. Ecco come viene interpretato da questi simpatici bambini.

Chi di noi non conosce il nascondino? Stiamo parlando del tradizionale gioco da bambini da fare all’aperto o al chiuso, preferibilmente in gruppi numerosi.

A volte si usa anche il termine nasconderella. Una sua variante altrettanto nota è detto rimpiattino. Di sicuro lo conoscono bene questi bambini… o meglio, pensano di conoscerlo bene! Perché a giudicare dai posti che hanno trovato per nascondersi, il risultato finale non è proprio assicurato! Guardate anche voi e fatevi quattro risate!

Le origini del gioco si perdono nel remoto passato. Si hanno racconti del retore Polluce che, intorno al II secolo parla di un gioco all’aperto della Magna Grecia chiamato apodidraskinda, dal greco dialettale fuggire scappare nascondersi.

In alcune zone dell’Europa si usava il nascondino come rituale nei boschi per la ricerca dei segni naturali dell’inizio della primavera. Il gioco attuale è in ogni caso un’eredità del XVII secolo, quando lo si giocava tra i nobili. Allora veniva usato come una delle poche forme di socializzazione e di corteggiamento tra giovani aristocratici. Era diffuso inizialmente in Italia, Francia e Spagna, per poi arrivare in tutta Europa.

Nascondino: le regole base

Il nascondino deve essere giocato in un luogo preferibilmente ampio e ricco di potenziali nascondigli. Lo sanno bene i bambini ritratti in queste foto!

Il luogo di partenza del gioco è detto “tana”. Da qui un giocatore prescelto comincia a contare tenendo gli occhi chiusi e la testa contro il muro. In questo modo dà agli altri giocatori il tempo di allontanarsi e trovare un nascondiglio. Il conteggio arriva fino a un numero precedentemente deciso da tutti, di solito corrispondente al numero dei giocatori moltiplicato per 10. Finita la conta, il giocatore apre gli occhi e grida “via!”, cominciando a cercare gli altri giocatori avversari.

Ogni volta che viene trovato un giocatore nascosto, quest’ultimo corre fino alla “tana” e la tocca esclamando “tana per” seguito dal suo nome. Deve farlo ad alta voce, in modo che tutti lo sentano.

Il cercatore continua poi la sua ricerca degli altri concorrenti nascosti. Se però un giocatore riesce a raggiungere la tana prima di essere visto, può dichiarare ad alta voce “tana” ed è così “libero”. Il cercatore di turno dovrà quindi stare attento anche alla “tana”, cercando di non allontanarsi troppo per evitare che qualcuno si autoliberi raggiungendola.

Se l’ultimo giocatore rimasto da trovare riesce a raggiungere e a toccare la “tana”, potrà dichiarare “tana libera a tutti” o semplicemente “liberi tutti”, liberando così tutti i giocatori. Il cercatore sarà così obbligato a contare di nuovo e a cercare gli altri anche nel turno successivo.

Le varianti regionali del nascondino

Nel cosiddetto rimpiattino il cercatore, dopo aver contato, deve anche raggiungere e toccare gli avversari per catturarli.

Il termine rimpiattino deriva dal fatto che il giocatore perdente in un turno “rimpiazza” il cercatore in quello successivo. Viene anche chiamato nascondino-prendi, in contrapposizione al nascondino tradizionale.

Come la maggior parte dei giochi tradizionali per bambini, il nascondino è noto in molti paesi in una grande quantità di varianti. In alcune regioni dell’Italia una variante del nascondino è la sardina. Chiamato anche sardina puzzolente o nascondino al contrario, in questa versione i giocatori devono tutti nascondersi in un unico luogo, stretti appunto come sardine.

All’inizio, inoltre, tutti i giocatori devono contare invece di nascondersi, mentre solo uno si nasconde. Finita la conta, ogni giocatore inizia la ricerca dell’unico giocatore nascosto. Una volta trovato, il giocatore deve nascondersi insieme a quest’ultimo, senza farsi scoprire dal resto del gruppo. L’ultimo che avrà scovato il nascondiglio perderà la partita e dovrà nascondersi nel turno seguente.